Riforma pensioni: Draghi ha già deciso

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Le cronache ci dicono che il premier Mario Draghi, nel corso della trattativa sui provvedimenti economici del suo governo, dalle pensioni al reddito di cittadinanza, ad un certo punto, piuttosto indispettito dalle discussioni, si è alzato ed ha abbandonato la riunione.

Bisogna capirlo, l’ex banchiere non è abituato a trattare con le controparti che possono anche mettere in discussione i suoi provvedimenti, lui tratta con altri banchieri e la sua parola è considerata fondamentale tanto da smuovere o affossare le borse.

In realtà il premier fa il proprio gioco cercando di far passare il messaggio che non trova l’accordo con le altre parti, sarebbe farla troppo sporca e lo conferma il plauso concorde di tutta la classe politico parlamentare e dei sindacati che, neanche tanto velatamente, fanno quadrato attorno a lui.

D’altro canto è proprio lui, Mario Draghi che ha impostato tutta la sua politica contro gli interessi del popolo italiano badando bene a privilegiare la grande concorrenza internazionale ed europea, favorendo gli interessi delle grandi corporations e dei potentati finanziari, esattamente come aveva fatto a suo tempo avviando il processo di privatizzazioni del patrimonio pubblico italiano.

Il premier non ammette che qualcuno si possa mettere di traverso, neanche per finta, al suo percorso e impedire le riforme di leggi già esistenti, come la quota 100 per le pensioni o il reddito di cittadinanza, leggi varate sotto il governo Giallo Verde di Conte e Salvini, considerati ancora populisti salvo poi rigirarsi in appoggio alle vecchie forze politiche di sistema.

La strategia di Draghi è sempre comunque quella di ridurre le spese del bilancio dello Stato, obbedire alle direttive europee e introdurre misure di austerità, il popolo è solo carne da macello.

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