Roma. Riunione per la presentazione di Nuoro Capitale della Cultura 2020

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A Roma una riunione organizzativa per la presentazione di Nuoro Capitale della Cultura 2020. Una giornata carica di speranza e aspettative quella della delegazione di amministratori e progettisti di Nuoro – accompagnata, tra gli altri, dal presidente della Regione Francesco Pigliaru, dal presidente dell’Anci Emiliano Deiana e dal sindaco di Cagliari Massimo Zedda – sentita in audizione della commissione del Mibact che dovrà decidere quale sarà la capitale italiana della Cultura 2020 tra le dieci nella short list delle finaliste. “Ci siamo sentiti come quegli alunni davanti all’esame di maturità – ha detto il sindaco di Nuoro – ma siamo convinti di potercela fare”.


Un’audizione che si è conclusa, come riporta l’Ansa, con i complimenti alla delegazione del presidente Stefano Baia Curioni. In 45 minuti la delegazione sarda, ha risposto alle domande della commissione.
“Crediamo fortemente in questo progetto perché Nuoro ha una forte necessità di aprirsi al mondo e di essere al centro dei processi culturali del Paese – ha detto il sindaco – e lo fa prendendo a esempio la scrittrice nuorese e premio Nobel Grazia Deledda. Lei, investendo sul suo talento, ha superato le difficoltà e i limiti di una comunità distante anni luce dai processi culturali italiani. Attraverso la cultura si è messa in connessione con il resto del mondo”.
Pragmatico Pigliaru: “La Sardegna sostiene la candidatura di Nuoro per l’importanza di quella ‘differenziazione culturale’ che contraddistingue la cultura sarda. Nuoro ha la forza e il sostegno della Regione anche attraverso i circa 50 milioni che riceverà: dal progetto Area Vasta a quello del Polo museale, a quello sulle scuole e tanti altri ancora”. Lo scrittore Marcello Fois ha esposto “la capacità dell’isola che sa raccontare attraverso la scrittura e la lettura”, citando i tanti scrittori nati a Nuoro. Agostino Cicalò ha fatto presente alla commissione “la capacità di accoglienza del territorio” e ha portato con sé due maschere di mamuthone emblematiche della realtà locale. Si tratta di due semi-manufatti realizzati dall’azienda “Make in Nuoro” con stampanti in 3D: “E’ il lavoro degli artigiani che si sposa con quello della tecnologia più innovativa” ha sottolineato Cicalò. La decisione della commissione del Mibact è attesa per il 16 febbraio.

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