Sa Die, Solinas: “Celebrare i vespri sardi per coltivare il seme sardo della rinascita nel solco della verità. Custa est s’ora”

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Cagliari. “Sa Die sia l’occasione per ripartire e condividere un momento di riflessione e di prospettiva, cercando nella verità la via maestra per le nostre azioni. Insieme, con convinzione, possiamo e dobbiamo coltivare il seme della rinascita e curare le ferite del popolo sardo e dei popoli di tutto il mondo che oggi piangono le vittime di una pandemia che non ha precedenti nella storia”. Così il Presidente della Regione Christian Solinas nell’Aula del Consiglio regionale in occasione delle celebrazioni per ‘Sa Die de sa Sardigna’, evidenzia l’importanza e l’attualità di una giornata che per l’Isola è l’emblema della libertà e del riscatto.

In apertura del suo discorso, dopo gli interventi dei capigruppo e l’esibizione dei Tazenda che hanno interpretato l’inno sardo “Procurade ‘e moderare”, il Presidente ha letto il messaggio inviato dal Presidente del Consiglio esecutivo della Corsica Gilles Simeoni, teso a rafforzare il senso di fratellanza e solidarietà tra il popolo sardo e quello corso, per lasciare poi spazio a una articolata riflessione de Sa Die dal punto di vista storico ma soprattutto politico. È proprio sull’attualità politica, segnata dal difficile momento storico legato all’emergenza sanitaria ed economica che il Presidente si è soffermato maggiormente, spronando la classe politica nella sua interezza alla ricerca della verità.

“Oggi più che mai sono convinto che per evitare di commettere gli errori del passato si debba compiere il passaggio del rito da celebrazione a paradigma, da mera rievocazione di un fatto storico a modello di comportamento. Dobbiamo avere il coraggio di riconoscere la verità e ammettere a noi stessi e agli altri che la saldatura tra i motti del 28 aprile e la spinta anti feudale ebbero un epilogo che segna una sconfitta per tutti i sardi. Quella sconfitta fu il frutto del tradimento e del discredito che alcuni sardi gettarono sui chi governava quella fase rivoluzionaria”, ha detto il Presidente.

Verità, oggettività dei fatti e unità per il bene della Sardegna i concetti toccati nell’intervento. “Quando nei tempi d’oggi si lamenta la perdita di autorevolezza della Sardegna, quando le sedute di quest’Aula sono costellate dal tentativo di screditare il Consiglio e il Presidente della Regione, penso sia necessario fare una riflessione e provare a dire la verità. Da quando è stato istituito il sistema dei colori, la Sardegna nei numeri è la regione che ha avuto meno settimane di chiusure e zona rossa di tutta Italia; è quella che ha stanziato maggiori risorse proprie aggiuntive per ristorare cittadini e imprese; è una regione assolutamente in linea con i target e gli obiettivi che ci ha assegnato gestione commissariale sui vaccini, al punto che nei giorni scorsi ci è stato detto di non andare oltre perché diversamente sarebbe venuto a mancare l’approvvigionamento di fiale. La Sardegna è anche quella che ha vaccinato prima di tutti il personale sanitario, 40mila soggetti, perché era lì che avevamo i maggiori problemi ed è quella che ieri ha chiamato 14mila soggetti considerati fragili e fragilissimi avendo una risposta positiva solo da 3.800 di questi. Ecco, oggi bisogna riconoscere e dire la verità”.

A proposito del PNRR, il Presidente ha rimarcato la disponibilità a “discutere insieme”: “Abbiamo provato a coinvolgere l’Aula, ma cerchiamo di inquadrare bene il tema. Il governo ha individuato missioni e sotto missioni di carattere generale. La fase in cui queste risorse verranno calate su progetti sarà governata con specifici accordi di programmi. Il presidente Draghi proprio ieri ha detto in Parlamento che per queste attività sono stanziati 90 miliardi di euro sul totale del Piano. Il resto lo Stato ho deciso di gestirlo, in maniera diretta con le sue controllate e partecipate. Questo è il contesto di riferimento da cui non si può prescindere”.

“Custa est s’ora. Questa deve davvero essere l’ora”, ha proseguito il Presidente rivolgendosi ai presenti. Ma, ha aggiunto, “se vogliamo che non sia un’ora sterile perduta nella celebrazione di un pezzo della nostra storia dobbiamo recuperare il senso della verità e capire che lo scontro politico deve giocarsi sul terreno dei dati oggettivi e non delle strumentalizzazioni. Credo che il senso di questa giornata, di questa Die, sia trarre un paradigma di comportamento che coinvolga tutte le forze politiche sul piano della verità e dell’oggettività”. Rivolgendosi idealmente a tutti i sardi il Presidente ha aggiunto: “Da oggi guardiamo al futuro con le opportunità che la rinascita successiva al superamento dell’emergenza darà a ciascuno di noi. E l’opportunità più grande è creare le possibilità di sviluppo perché ogni sardo possa decidere di rimanere nell’Isola. Bona Die a tottus”.

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