Sea Watch. Nessuno scende e nessuno sale

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Il porto resta ancora chiuso per i 47 migranti salvati otto coste giorni fa davanti alle coste libiche. La Sea Watch resta a un miglio da Siracusa e Matteo Salvini non arretra: «Non cambio idea», ribadisce. Anzi, mentre viene negato l’accesso a bordo ai parlamentari, il ministro dell’Interno ipotizza di far salire agenti di polizia per raccogliere prove a carico dell’equipaggio sul reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Per la procura di Siracusa, al momento, non ci sono elementi per un intervento, visto che il comandante non ha chiesto aiuto. E a farsi avanti, è ancora la Chiesa: la Cei offre la disponibilità di farsi carico dei 13 minori ancora sulla nave, nonostante il monito della magistratura che aveva sollecitato a farli sbarcare. Netta la replica di Salvini: «Ne abbiamo visti tanti di ospitati poi a spese degli italiani e di scomparsi in giro per l’Italia».

Intanto la Guardia costiera olandese conferma  che nel momento in cui le condizioni meteo peggiorarono, fu lui stesso a decidere, in maniera del tutto illogica, di virare verso l’Italia, che si trovava a 100 miglia nautiche da quel punto, anziché andare verso le coste tunisine, distanti 74 miglia, come indicato proprio dagli olandesi.

Abbiamo contattato il Jrcc, ovvero il centro di coordinamento dei Paesi Bassi e la risposta è stata chiara: «A nome del governo di questo Paese – hanno chiarito – possiamo confermare che abbiamo chiesto alle autorità tunisine il loro permesso affinché Sea Watch 3 potesse cercare rifugio per condizioni meteorologiche avverse nelle vicinanze della loro linea costiera. L’equipaggio di Sea Watch è stato informato di questa azione». Perché, dunque, dopo aver preso a bordo 47 migranti in area Sar libica, non aver provato subito a contattare il centro di comando della Guardia costiera di Tripoli, dirigersi verso le coste italiane assumendosi rischi enormi, anziché virare verso la Tunisia? Un comportamento fuori da ogni logica, anche perché fonti vicine al governo italiano fanno sapere che nessuna imbarcazione presente in quel momento nel Mediterraneo, compresi i pescherecci italiani e di altre nazioni, ha fatto rotta verso il nostro Paese, ma ha cercato riparo dal forte ciclone vicino alle coste tunisine, certamente più sicure e non esposte a onde alte 7 metri

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