Soleminis, la comunità in festa per la Beata Elisabetta Sanna

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Soleminis. Giornata di  festa nel piccolo centro del Parteolla, dove  domenica 18 febbraio 2018, a poco più  di un anno dalla beatificazione  della Venerabile Elisabetta  Sanna, parente dei Sanna di Soleminis, nella parrocchia di San Giacomo verrà   presentato il quadro della Beata. La tela è opera dall’artista soleminese Ignazio Suergiu noto “Camacho”, realizzato  grazie a Padre Cristian Pisu, che ha accolto il desiderio  dei devoti di collocare in modo permanente un’immagine della Beata nella chiesa del paese. Apprezzabile e  fondamentale è stato il contributo dei parenti di Elisabetta Sanna e dei tanti devoti che hanno voluto partecipare.

L’evento avrà  inizio alle 17.00 con la recita  dell’inno composto per la Beatificazione, seguito dalla lettura della vita di Elisabetta  con preghiera conclusiva della Beata. Dopo la messa verrà benedetto il quadro quindi,  seguirà  l’atto di venerazione della reliquia ex ossibus di Elisabetta  Sanna e la consegna dell’immaginetta con reliquia da contatto.

La vita. Elisabetta Sanna nacque in provincia di Sassari  a Codrongianos,  il 23 aprile 1788. A tre mesi perdette la capacità di sollevare le braccia. Sposata, allevò cinque figli. Nel 1825 restò vedova e fece voto di castità. Nel 1831, imbarcatasi per un pellegrinaggio in Terra Santa, arrivò a Roma, e non poté tornare, per sopravvenuti gravi disturbi fisici. Si dedicò totalmente alla preghiera ed a servire i malati e i poveri. Elisabetta divenne la prima collaboratrice di San Vincenzo Pallotti, fondatore dell unione dell apostolato cattolico, che la volle sempre accanto a sé come consigliera e come modello di vita cristiana laicale vissuta nella santità. La sua abitazione divenne un santuario di viva fede e ardente carità. Morì a Roma il 17 febbraio 1857 e venne seppellita nella chiesa del SS. Salvatore in Onda. Dopo una causa durata oltre un secolo e mezzo, è stata beatificata il 17 settembre 2016 presso la basilica della Santissima Trinità di Saccargia a Codrongianos.

Roma: tomba della Beata Elisabetta Sanna in san Salvatore in Onda

Il miracolo ottenuto per l’intercessione della Venerabile Elisabetta Sanna si è manifestato il 18 maggio 2008 a Niteroi, in Brasile e riguarda una giovane donna, 31 anni di età, Suzana Correia da Conceição, la quale a seguito di una caduta cominciò ad accusare dolori all’avambraccio destro. In ospedale, all’inizio fu curata con una terapia antidolorifica e poi con un intervento chirurgico antitumorale.  Nonostante diverse cure, il quadro clinico andò peggiorando, si accentuò il dolore all’arto e la motricità apparve sempre più compromessa.  Si arrivò alla diagnosi conclusiva: “distrofia dell’avambraccio destro con grave impotenza funzionale” e visse con la mano e l’avambraccio paralizzati, dal 2003 fino alla guarigione del 18 maggio 2008. Un anno prima della guarigione, partecipando ad un incontro del gruppo pastorale dell’Unione dell’Apostolato Cattolico, conobbe la figura della Venerabile Elisabetta Sanna e il suo problema di paralisi alle braccia. In una testimonianza scrisse: “Durante la conferenza mi vedevo al suo posto … Il tempo passava ed ella continuava ad essere la mia interceditrice”. Lesse la biografia della Venerabile e dopo aver ricevuto un’ immaginetta con la preghiera, iniziò a pregare da sola e poi con le altre persone per la sua guarigione. Il 18 maggio 2008, la Domenica della SS. Trinità, di pomeriggio, nella chiesa parrocchiale di Niteroi, nella cappella del Santissimo Sacramento, durante la preghiera, Suzana, pregando  appoggiata con il braccio malato all’altare, ad un certo punto, avvertì un formicolio a questo braccio paralizzato e incominciò a muoverlo, scoprendo con meraviglia di essere in grado di stendere la mano e copiere i normali gesti. Il fatto di guarigione venne certificato dal dott. Walter Meohas che il 4 giugno dello stesso anno 2008 scrisse: «la paralisi è guarita». Suzana Correia da Conceição è completamente guarita e rimane tutt’ora sana. Il miracolo è stato riconosciuto dalla Commissione medica vaticana, seguita dai teologi, poi dal collegio dei cardinali e infine da Papa Francesco, che ha autorizzato la Beatificazione.

Stefania Cossu

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