Tra classici del Novecento e testi di autori contemporanei, con sapienti intrecci fra teatro e letteratura e un visionario omaggio a Federico Fellini, prende forma la Stagione di Prosa e Danza 2024-2025 al Teatro San Giuseppe / Teatro Bocheteatro di Nuoro organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura e della Regione Autonoma della Sardegna e con il contributo della Fondazione di Sardegna.
Sette titoli in cartellone da gennaio ad aprile con i nomi di punta della scena italiana, dall’attore e regista Arturo Cirillo con la sua versione di “Ferdinando” di Annibale Ruccello a Enzo Decaro (volto noto del grande e del piccolo schermo e esponente della nuova comicità napoletana dal trio La Smorfia con Massimo Troisi e Lello Arena) protagonista di “Non è vero ma ci credo” di Peppino De Filippo per la regia di Leo Muscato e un’icona transgender come Eva Robin’s nel ruolo di Madame ne “Le Serve” di Jean Genet accanto alle giovani e talentuose Beatrice Vecchione e Matilde Vigna (Premio Ubu 2019 e Premio Eleonora Duse).
Sbarca nell’Isola “Il Circo di Fellini” della Compagnia Artemis Danza con coreografia e regia di Monica Casadei e musiche di Nino Rota, per un ideale viaggio alla scoperta dell’affascinante mondo del circo, tanto amato dal grande regista riminese e capace ancor oggi di incantare grandi e piccini.
Sotto i riflettori anche Silvia Gallerano (Best Solo Performer all’Edinburgh Festival Fringe) e Alessia Giangiuliani ne “L’Assaggiatrice di Hitler”, uno spettacolo di Sandro Mabellini dal romanzo di Rosella Postorino e Francesco Alberici (Premio Ubu 2021 Miglior attore/performer under 35 e protagonista della serie web Educazione Cinica) che firma testo e regia di “Bidibibodibiboo” (finalista al Premio Riccione per il Teatro e candidato al Premio Ubu 2024 come miglior nuovo testo italiano).
S’intitola “Sono cresciuto a Babele” il nuovo spettacolo di e con Giovanni Carroni, artista di spicco del panorama isolano e non solo, liberamente ispirato a “Il quinto passo è l’addio”, il romanzo più autobiografico di Sergio Atzeni e ai racconti sulla “città bianca”, per riscoprire lo stile ironico e graffiante dello scrittore e poeta a trent’anni dalla sua scomparsa, tra atmosfere metropolitane e dilemmi esistenziali, amarezza e disincanto.
Il sipario si apre su “Il Circo di Fellini” della Compagnia Artemis Danza, un omaggio al grande maestro riminese, autore di films come “La strada” e “8½” “La dolce vita” e “I clowns”, firmato dalla coreografa Monica Casadei, poi “Sono cresciuto a Babele” di e con Giovanni Carroni che si confronta con la scrittura di Sergio Atzeni, tra le vicende del suo alter ego Ruggero Gunale e dei vari personaggi sullo sfondo di una Cagliari sospesa tra cielo e mare, tra bellezza e degrado. “Bidibibodibiboo” di e con Francesco Alberici, in scena con Maria Ariis, Salvatore Aronica, Andrea Narsi e Daniele Turconi indaga le dinamiche perverse del sistema capitalistico e insieme il ruolo del teatro come specchio del reale mentre “L’Assaggiatrice di Hitler”, dal romanzo di Rosella Postorino ispirato alla testimonianza di Margot Wölk, racconta la storia di Rosa Sauer, una giovane donna scelta insieme con altre nove per salvare il Führer da un possibile avvelenamento, a rischio della propria vita e quindi insieme vittima e “complice” involontaria del regime.
Ne “Le Serve” di Jean Genet con adattamento e regia di Veronica Cruciani, un’enigmatica e irraggiungibile Madame, interpretata da Eva Robin’s, diventa il fulcro dell’esistenza delle cameriere, le due sorelle Claire e Solange (Beatrice Vecchione e Matilde Vigna) che la imitano e ne rappresentano la morte in una sorta di cerimonia, con la crudele innocenza di un gioco più che per coscienza sociale o rivolta. “Non è vero ma ci credo” è un’esilarante commedia di Peppino De Filippo, con la regia di Leo Muscato e con Enzo Decaro nel ruolo del commendator Gervasio Savastano, accanto a Carlo Di Maio, Roberto Fiorentino, Carmen Landolfi, Massimo Pagano, Gina Perna, Giorgio Pinto, Ciro Ruoppo, Fabiana Russo e Ingrid Sansone, dove l’avarizia del protagonista è superata solo dalla sua paura della malasorte, che lo induce induce a compiere gesti sconsiderati, rischiando infine di diventare causa della sua sfortuna.
Infine i fasti e la decadenza dell’aristocrazia in “Ferdinando” di Annibale Ruccello nella mise en scène di Arturo Cirillo, che divide il palco con Sabrina Scuccimarra, Anna Rita Vitolo e Riccardo Ciccarelli, in una vertiginosa giostra delle passioni: dopo la fine del Regno delle Due Sicilie, la vita di Donna Clotilde, isolata nella sua villa vesuviana in compagnia della cugina Gesualda, tra le visite di Don Catellino, viene stravolta dall’arrivo di un giovane nipote, che fa riaffiorare ricordi e rimpianti, insieme a antichi segreti e rancori.
Focus sul teatro contemporaneo, tra testi emblematici del Novecento e pièces originali, con intriganti intrecci fra teatro e letteratura, cinema e danza, per indagare le molteplici sfaccettature dell’animo umano, tra luci e ombre, toccando temi importanti e attuali come la distinzione tra le classi sociali, la realtà del mondo del lavoro e il rapporto tra i cittadini e il potere, accanto a pregiudizi e paure, moderne inquietudini e travolgenti passioni.