Teatro, Paolo Borzacchiello al Massimo: “La realtà è come la disegnate voi”

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Imprenditore, scrittore, Ceo di Hce / Human Connections Engineering, docente universitario, consulente di importanti aziende, autore di bestseller e podcast: signore e signori, ecco Paolo Borzacchiello . Il bresciano classe ’74, nella serata sold out del Teatro Massimo, porta sul palco quanto scritto nel suo ultimo “Forse sei (già) felice e non lo sai”, un manuale di crescita personale realistica e sostenibile.

Inserito nella rassegna “Leggerezza” del Cedac, lo spettacolo è un monologo di due ore in cui l’esperto di intelligenza linguistica spiega come si può essere felici agendo su tre essenziali capisaldi: essere capaci di valorizzare se stessi, avere le regole giuste in testa e avere la capacità di comunicare con gli altri.

“Le parole che usi dicono da dove vieni e le parole che scegli dicono dove vuoi andare ma se la realtà che hai non ti piace, devi cambiare il modo di raccontarla”. Borzacchiello, supportato da questa ed altre frasi proiettate alle sue spalle, invita alla riflessione ponendo enfasi su quanto il potere delle parole possa influenzare e interferire sulla felicità. Lui stesso, trasformando la balbuzia infantile da punto di debolezza a punto di forza, è l’esempio calzante: “Da bambino stavo in disparte e osservavo le persone in silenzio mentre oggi mi pagano per fare questo. La differenza sta nell’emissione della fattura.

La stessa parola “grazie”, alla base di una buona educazione, crea inconsciamente una sorta di debito nei confronti di chi la pronuncia. Frasi come “Vai pure a ballare che tanto mamma rimane sveglia sino a quando non rientri”, innescano dei sensi di colpa non richiesti nei figli. La gratificazione, spesso e volentieri, passa per il giudizio degli altri ma domande come “Posso disturbarti? Ti dispiace se ti prendo cinque minuti?” possono sminuire il valore della comunicazione.

Altresì, occorre ammettere che uomini e donne comunicano in maniera differente e che le parole talvolta conducono a stereotipi. “Essere all’altezza” equivale a sostenere che basso è brutto e incompetente. Lo stesso può dirsi quando “ci propongono, tramite una mail, un importante investimento. Immaginiamo un uomo, alto, brizzolato, in abito scuro, con una Mercedes, Bmw o Audi”.

Borzacchiello, è bravo e competente. Ha la capacità di rendere semplice e divertente la spiegazione di ciò che avviene nel cervello umano nel contesto delle interazioni interumane. E’ un’attitudine atta a rendere lo show gradevole dalle prime battute all’epilogo, quest’ultimo caratterizzato con l’assegnazione di “cinque compiti a casa” : cancellare i No, niente grazie, niente provare, niente vorrei, usare solo le vocali”.

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