Testimone di Geova accetta trasfusione e viene ripudiata dalle figlie

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“Vogliamo solo essere sicuri che stiate bene. Rispettiamo le vostre decisioni in campo religioso, ma voi rendetevi conto del nostro dolore,  voi sapete il bene che vi vogliamo, chiamateci”. Questo è l’ultimo appello che Grazia Di Nicola, 48 anni di Colliano in provincia di Salerno, lancia alle sue tre figlie. La donna è una testimone di Geova, come tutta la sua famiglia, e in seguito a una malattia ha deciso di andare contro i principi della sua religione e di accettare una trasfusione di sangue. La scelta però non è stata condivisa dalle figlie di 30, 25 e 21 anni, che prima hanno abbandonato la casa materna trasferendosi da alcuni amici della comunità di Colliano, poi, tre settimane fa, hanno lasciato anche il paese natale. Ora la madre disperata non ha più loro notizie: “Delle mie bambine mi sono rimasti solo due orsacchiotti – dichiara la donna – Non è normale per un genitore non sapere dove si trovino i propri figli. Non so cosa fare. Spero che riescano a capire quanto stiamo soffrendo per loro e che si facciano vive”.

Grazia era già stata anche cacciata dalla sua stessa comunità religiosa, che non poteva tollerare che un proprio membro si fosse sottoposto a una trasfusione. La donna decise di accettare questo trattamento solo dopo le forti insistenze dei medici che le hanno fatto comprendere le complicazioni del suo quadro clinico.

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