The Allan Harris Band, al CalaGonone Jazz Festival

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Con l’ultimo concerto di fusion, funk e acid jazz in programma alle 21:30 di oggi, che vedrà sul palco gli Ozmosys di Omar Hakim (già musicista di Miles Davis, David Bowie, Madonna e Daft Punk) alle percussioni, Rachel Z al piano, Linley Marthe al basso, Kurt Rosenwinkel alla chitarra, andrà in archivio la 32a edizione del CalaGonone Jazz Festival, rassegna di prestigio che ha riscosso finora e come di consueto, notevolissimo successo per l’elevato livello tecnico degli artisti presenti.

Nata nel lontano 1988 ad opera della associazione culturale ‘L’Intermezzo’, il CalaGonone Jazz Festival nel corso degli anni ha riscosso sempre maggior gradimento di pubblico e critica, ritagliandosi meritatamente uno spazio decisivo ed importante nel panorama jazzistico delle estati in Sardegna.

Quella che si conclude questa sera, è stata edizione dalla programmazione rinnovata e dalla cifra stilistica innovativa quanto di prestigio; per scelta, accanto alle proposte di nome, vi è stato l’inserimento riuscito di nuove promesse del jazz, della musica sperimentale ed elettronica; variegato anche il ventaglio di generi: si è goduto di jazz ma non solo e quindi anche blues, folk, rock, world music.

Tutti nomi di rilievo nel panorama della musica impegnata e di sperimentazione, come – tra gli altri – Omar Hakim, Allan Harris, Elina Duni, Rob Luft, Barbara Piperno, Marco Ruviaro, Safir Nòu, Radioclave, Superposthardbop 4et, Malasorti, Gianrico Manca Transition-Band, Moses Concas, Andrea Cubeddu.

Decisamente riuscita e piacevole, è stata la scelta  di avere – anche quest’anno – un festival ‘itinerante e diffuso’ quanto a location, ‘Il Villaggio del Jazz’ al lungomare, l’Acquario, le Grotte del Bue Marino; la qualità dell’offerta culturale e musicale è importante, ma se gli scenari poi sono addirittura incantevoli, di più non si può chiedere.

Ieri alle 21:30, nella azzeccata cornice dell’Arena del Lungomare Palmasera, denominata Villaggio del Jazz’, tra l’apertura del bluesman oranese Andrea Cubeddu e la chiusura di Moses Concas armonicista isolano, è andato in scena il concerto della ‘The Allan Harris Band’ (Allan Harris – voce, Kerem Gorsev – piano, Ferit Odman – drums, Kagan Yidiz – bass).

Grande pubblico, tutto esaurito e tanti applausi per il sound accattivante dei brani proposti; Allan Harris nativo di Harlem, è formidabile baritono, pluripremiato vocalist, chitarrista e cantautore. Descritto dal Miami Herald come “artista benedetto dal calore di Tony Bennet, il morso ed il senso ritmico di Sinatra, e la furba eleganza di Nat King Cole”, da grande interprete e con consumata prestanza scenica, si è presentato sul palco di bianco vestito, dimostrando tutte le capacità che lo distinguono come uno dei cantanti più completi della sua generazione.

Nel corso della serata, l’artista americano ha sciorinato un repertorio Jazz vasto quanto classico, accompagnato da una band d’eccezione; degno di doverosa menzione, Kerem Gorsev al piano, superlativa spalla della voce del concerto; Gorsev, vero padrone della ‘scaletta’ musicale ed insostituibile ‘accompagno’ del formidabile Allan Harris, ha impressionato tutti i presenti per la maestria alla tastiera, con assoli ed improvvisazioni intensissime di puro freejazz.

Sono stati poco meno di venti brani, che tra performances vocali ed assoli strumentali hanno decisamente entusiasmato il folto pubblico, più volte coinvolto dall’istrionico Allan, il quale dopo più di un ora e mezza di spettacolo, bruciata anche l’ultima cartuccia in programma, si è concesso simpaticamente ai presenti, per foto e selfie.

Alberto Porcu Zanda

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