Verità è giustizia per Manuel. Roberta Mamusa: “Non abbiamo paura di niente e di nessuno”

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Roberta Mamusa, ha perso il figlio Manuel Piredda il 17 aprile del 2011, nel rogo della sua casa a Bacu Abis, episodio nel quale rimase ferita anche la moglie del giovane. Le circostanze della morte hanno però lasciato  dubbi e perplessità ai genitori che continuano la  battaglia alla ricerca della verità. Ieri in un comunicato stampa pongono l’attenzione su alcuni gravi fatti:

“Ancora una volta vogliamo richiamare la vostra attenzione su gravi fatti che si stanno verificando.
Il sette marzo la rivista Giallo ha pubblicato una intervista fatta a noi genitori di Manuel e al nostro team difensivo.

Io e mio marito, abbiamo riferito e mostrato al giornalista Gian Pietro Fiore, una lettera che avevamo trovato a casa nostra e che era stata scritta dalla Pitzalis e inviata a Manuel.

Quando avevamo letto quella lettera ci siamo sentiti male per i contenuti inquietanti e minacciosi.

Precisiamo che quando pitzalis l’ha scritta neppure era ancora fidanzata con Manuel , ma era fidanzata con uno spacciatore e conviveva con lui a casa della famiglia di quel ragazzo.

L’ha spedita dalla Germania perché in quel periodo era lì per lavorare, era ottobre 2005.

La lettera si apre con una serie di frasi polemiche in cui si lamenta per il fatto che Manuel ancora non le avesse mandato alcuna lettera e continua con altre frasi che sono molto inquietanti come quando gli spiega il disegno del puzzle che gli aveva spedito e dice che rappresentava loro due.

Secondo lei, i due personaggi del disegno erano lei che dormiva o MORIVA e Manuel che la guardava mentre dormiva o moriva.

Poi usa un modo sibillino per dire che ormai tutti i pezzi erano al loro posto e che se lui non li avesse distrutti sarebbero rimasti a posto. Poi dice il puzzle ha il compito di ricordargli lei che a lui piaccia o meno che gliela ricordi, questo non le importa.

Continua dicendogli che forse ha scritto pure troppo e che non è sicura che lui si meriti davvero tutto quello che lei ha fatto per lui, cioè scrivergli la lettera e mandargli il pacco col puzzle e dei cioccolatini.

Alla fine, conclude la lettera chiedendogli se NON la deluderà ancora e gli dice che se NON SONO VERE TUTTE LE COSE CHE LE HA DETTO, LO UCCIDERA’ CON LE SUE MANI.
La minaccia di morte è scritta in stampato maiuscolo e ha due punti esclamativi, proprio per rafforzare il tono minaccioso. Poi gli dice che lo ama alla follia.

Come vi dicevamo, quando ha scritto quella lettera non erano neanche fidanzati, lei stava con un altro e Manuel aveva un’altra ragazza.

Dopo l’articolo scritto dal dottor Fiore su Giallo, la pitzalis ha scritto un post nella sua pagina facebook un sorriso per vale, dove ha attaccato il giornalista e la rivista dicendo che l’articolo era pieno di contenuti falsi e la lettera era stata riportata i modo strumentale per mettere in atto quello che ha definito uno stillicicidio di falsità sul suo conto ed una campagna infame. Ha quindi pubblicato la sua lettera, fotocopiata dai documenti che abbiamo depositato in Procura di recente e ha voluto dimostrare che fosse una lettera d’amore e romantica e ha concluso dicendo che la minaccia di morte era ironica, visto che secondo lei, tutti nella vita hanno scritto cose del genere al proprio innamorato! Peccato che poi Manuel sia stato davvero ucciso e che l’unica indagata per il suo omicidio sia proprio pitzalis. Ma che coincidenza !

Il post dell’indagata ha ricevuto il consenso dei soliti opinionisti di facebook e anche quello di bruzzone roberta e selvaggia lucarelli.
La Bruzzone si è complimentata dicendole che è una “grande” e ha condiviso nella sua bacheca facebook il post della pitzalis e ha scritto: Valentina io sto con te.

La Bruzzone scrive una rubrica per Giallo eppure non si fa scrupoli nel condividere un post in cui la rivista ed uno dei suoi giornalisti vengono pesantemente attaccati dalla pitzalis e successivamente nei commenti, da vari utenti, tra i quali spiccano selvaggia lucarelli e fabio lombardi il quale ha condiviso il post e lo ha introdotto dicendo che si tratta della verità della sua amica pitzalis contro le bugie.
Nel post condiviso da bruzzone, sono intervenuti diversi soggetti che hanno scritto che bisogna denunciare Giallo, il direttore Andrea Biavardi e il giornalista Fiore. La bruzzone non ha mosso un dito, non ha cancellato quei commenti e non ha difeso la testata ed i colleghi con i quali lavora, ma si è resa solidale con i contenuti espressi dall’indagata dicendo che sta con lei, cioè che ha ragione la pitzalis.

Ricordiamo che la bruzzone lavora per la stessa casa editrice Cairo editore che produce anche la rivista DI più, dove ha scritto l’articoletto intriso di menzogne e diffamazioni sulla Procura, su Manuel e noi e sul nostro team difensivo e la abbiamo denunciata per questo motivo sia noi che alcuni nostri consulenti.

Selvaggia lucarelli ha commentato quel post con delle frasi al vetriolo verso i colleghi di Giallo e ha detto che non avevano appurato la notizia e ci è andata giù pesante, sino a dire alla giornalista Angela Corica, del quotidiano il Fatto, che deve trovare un cespuglio dove nascondersi e ha insistito col dire che la pitzalis sia VITTIMA DI UNA PERSECUZIONE GIUDIZIARIA E VITTIMA DI UNA PERSECUZIONE DA PARTE NOSTRA.

La lucarelli ha anche scritto di essersi recata a Carbonia e avere verificato di persona che la pitzalis nel 2011 avesse cambiato residenza a Bacu Abis a casa di Manuel, perchè glielo ha riferito pitzalis in persona!
Peccato che il certificato storico anagrafico di residenza, rilasciatoci dall’Ufficio anagrafe di Carbonia, dimostri che NON HA MAI CAMBIATO RESIDENZA DAL 1997 AL 2017.

Lucarelli ha poi rilasciato un’intervista all’Unione sarda e ha dichiarato di essere andata a Carbonia per sostenere l’indagata e ha ribadito la grave affermazione secondo la quale pitzalis è UNA VITTIMA DI UNA PERSECUZIONE GIUDIZIARIA, di fatto indicando tra i persecutori il Procuratore Ganassi e il Giudice Gabriella Muscas, titolari dell’indagine e dell’incidente probatorio.
Queste affermazioni sono gravissime e non possono restare confinate sulla carta stampata e online, ma vanno DENUNCIATE ALLA PROCURA DI CAGLIARI.
Nell’articolo dell’Unione attacca il sindaco di Carbonia, Paola Massidda, e la accusa di non essere solidale con una povera vittima di tentato femminicidio e di persecuzione giudiziaria, oltre che perseguitata da me e mio marito.

Il sindaco Paola Massidda ieri ha risposto sulla sua pagina facebook e ha spiegato a selvaggia che lei rispetta ciò che sta accadendo al Palazzo di giustizia e che si trova accusata di mancata solidarietà femminile quando, la solidarietà femminile non c’entra nulla, visto che la violenza non ha genere.

La settimana scorsa, la pitzalis ha fatto un altro dei suoi post ricchi di menzogne e ha scritto che la nostra consulente criminologa, non ha partecipato alle operazioni peritali sulle sue ustioni
Come al solito l’indagata per il barbaro omicidio di nostro figlio, strumentalizza e prende una parte del discorso per spacciarla come discorso intero.
Precisiamo ancora una volta che la dottoressa Sionis ha dichiarato al blog Spazio cronaca, di avere partecipato alle operazioni peritali sulle ustioni e NON di averla visitata. La visita sulle ustioni, tra l’altro si è svolta UNICAMENTE con la ripresa fotografica delle lesioni, comunque sia la dottoressa ha atteso in sala riunioni, fino a che i medici legali non hanno finito di scattare le fotografie.
FATTE LE FOTOGRAFIE, i periti e gli altri medici legali hanno raggiunto la dottoressa Sionis nella sala riunioni di medicina legale di Sassari e hanno effettuato la riunione e il verbale, che infatti riporta anche il nome della criminologa.
La discussione sulle ustioni dell’indagata è proseguita anche durante la riunione di luglio e di novembre 2018, quando si stava ricostruendo la dinamica e quando si stavano studiando i punti di incendio.
La dottoressa Sionis compare anche in quei due verbali peritali.

La pitzalis è stata sostenuta nella diffamazione dalla solita opinionista facebookiana bruzzone che non solo ha condiviso il post, ma ha scritto a più riprese nelle pagine facebook di pitzalis, di lombardi fabio e nel suo stesso profilo, che il VERBALE PERITALE SMENTISCE la Sionis.

La bruzzone continua ad essere ossessivamente interessata alla nostra consulente criminologa, nonostante le denunce che le ha fatto al Dottoressa Sionis e nonostante il 28 febbraio 2019 bruzzone sia stata chiamata dal giudice a Cagliari per rispondere della sua condotta diffamatoria e persecutoria ai danni della nostra consulente pubblicate ossessivamente su facebook dove è ridicolamente arrivata a scrivere che la dottoressa Sionis sia invidiosa della “bellezza” della opinionista, che la dottoressa Sionis non dimostra che ha i titoli per esercitare la sua professione e svolgere l’indagine e dove ha più volte insistito per avere il curriculume dell nostra criminologa, dopo avere anche sostenuto a Gennaio 2019, di possedere delle FOTO POCO LUSINGHIERE DELLA NOSTRA CRIMINOLOGA.
La dottoressa Sionis, come anche gli altri nostri consulenti non avevano mai sentito parlare di bruzzone, visto che non guardano trasmissioni in cui tronisti di Maria de Filippi vengono sottoposti a teatrini con le macchine della verità e non guardano neppure ballando con le stelle e non stanno a perdere tempo su facebook.
Evidentemente l’opinionista di ballando con le stelle e nota opinionista facebook, non ha chiaro quanto si sia verificato in tribunale il 28 febbario scorso, quando è andata con la lucarelli come testimone, appunto e on ha capito che la sua condotta persecutoria e diffamatoria ai danni della dottoressa Sionis, è molto grave.
Strano che tar tutte le cose che scrive ogni minuto della giornata su facebook, l’opinionista bruzzone, si sia dimenticata di dire che è stata più volte denunciata da alcuni dei nostri consulenti e che pochi giorni fa fosse prorio davanti ad un giudice al tribunale di Cagliari per rispondere dei gravi post diffamatori e persecutori che ha scritto sulla nostra criminolga. Memoria corta o altro?

Bruzzone, pitzalis, lucarelli e lombardi, non hanno capito che il processo si farà in tribunale non non nelle loro desolate paginette facebook. Non hanno capito che la verità non può essere nascosta per sempre.

Non hanno capito che non abbiamo paura di niente e di nessuno e che non ci fermeremo sino a quando nostro figlio che è stato ucciso e dopo bruciato, avrà giustizia.

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