Zedda e Tocco (FI) sulle nomine di direttori e primari nella sanità sarda

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<<Stiamo assistendo a una girandola di nomine tra direttori e primari, prive di criteri logici e non funzionali alla gestione della sanità sarda nell’interesse dei cittadini e alla riduzione dei costi>>.Così la capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale, Alessandra Zedda, picchia duro sul conferimento di incarichi – da direttori di distretto e presidio sino a responsabili delle aziende ospedaliere – nelle strutture sanitarie dell’Isola. Bandi che vengono aperti dall’Ats, nella disponibilità dei posti, ma con tante perplessità sulle modalità di nomina. Un’operazione che ridisegna la mappa dell’universo sanità nell’Isola.  <<Non riusciamo a spiegarci le differenze tra i diversi bandi. Per l’Ats si è fatto ricorso ad una selezione per titoli che lascia aperte molte incongruenze. Per la nomina del direttore del Brotzu troviamo parecchie contraddizioni sul processo di valutazione per la scelta che sembrerebbe già scontata>>. Anomalie e contraddizioni che si coniugano all’inopportunità delle decisioni a fine legislatura: <<Queste procedure hanno il sapore di un sistema clientelare, soprattutto a ridosso della campagna elettorale – aggiunge il vicepresidente della commissione sanità Edoardo Tocco – perché non sono chiare le regole sulle scelte dei nuovi vertici in diversi presidi ospedalieri a guida di strutture complesse fondamentali nello scacchiere della sanità>>. Dissensi e contrasti che vengono sollevati soprattutto per la nomina del nuovo direttore generale del Brotzu, con il rischio concreto che la politica eserciti la forte influenza sulla scelta degli apparati di vertice della struttura affacciata sul colle San Michele: <<L’assessorato della sanità sta avallando un metodo che evidenzia molti punti non chiari, perché la supercommissione si troverà a scegliere senza che sia stato attivato un corso per la formazione dei nuovi manager a livello regionale – rincarano Zedda e Tocco – Alla fine l’organismo di valutazione dovrà anteporre la sua decisione privilegiando magari chi, in questi cinque anni, ha avuto altri incarichi come direttore generale della sanità o nei dipartimenti. Non vorremmo che il più importante ospedale della Sardegna si trasformasse nel poltronificio dove sistemare le ultime tessere della spartizione targata centrosinistra>>. La polemica scaturisce dal fatto che l’Isola resta al palo sull’organizzazione dei corsi per direttori generali, sanitari e amministrativi come previsto dal Decreto legislativo 502 del 1992: <<la Regione non ha mai organizzato i corsi, secondo la normativa – conclude Zedda – che devono essere frequentati per ambire alla nomina di Direttore generale di una Azienda sanitaria. E’ infatti necessario un attestato rilasciato alla conclusione del corso di formazione in materia di sanità pubblica e organizzazione e gestione sanitaria. Questi seminari potrebbero essere attivati anche in ambito interregionale, con il supporto dell’agenzia regionale per i servizi sanitari, anche in collaborazione con le università o altri soggetti accreditati. Una procedura sconfessata per la nomina del Direttore generale del Brotzu, che potrebbe allontanarsi dai parametri seguiti dalle altre realtà>>.

 

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