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Sting e Shaggy, successo alla Forte Arena

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Prova a mettere sullo stesso spartito il pop, il reggae, il rap e il dub e ascolta ciò che ne viene fuori.

Prova inoltre a ipotizzare di non conoscere il percorso artistico di Sting e di Shaggy e ti sembrerà di cantare, ballare ed emozionarti sulle canzoni di un duo artistico consolidato negli anni.

Sebbene il loro “44/786” sia stato pubblicato solo qualche mese fa, tutto questo succede nella serata inaugurale della Forte Arena di Santa Margherita dove in due ore di concerto, i nuovi “44/876”, “Morning is coming”, “Gotta get back my baby”, “Dont’ make me wait”, “Dreaming in the Usa” e “Crocked tree”, si miscelano nel repertorio dei due cantanti egregiamente accompagnati dai loro rispettivi musicisti fusi in una unica band.

La canzone di apertura è “English man in New York” e all’inimitabile timbro di Sting si affianca la voce baritona di Shaggy, è ‘ il leit motiv di tutto il concerto. Oltre ai brani scritti insieme come “44/876”, “Morning is coming”, “Gotta get back my baby”, “Dont’ make me wait”, “Dreaming in the Usa” e “Crocked tree”, è costante lo scambio di cortesia fra l’ex leader dei Police e il “mister Loba Loba”.

Se Sting, con la sua t-shirt nera, la tuta e la chitarra a tracolla, rimane sostanzialmente sulla stessa posizione, Shaggy si muove, ammicca al pubblico, è un animale da palco. E lo fa anche quando si canta “Massage in a bottle”, “Angel Eyes”, “Shape of my heart”, “Walking on the moon”, “So lonely”. La stessa “Roxanne” viene intervallata con “Bombastic”, la canzone che ha reso famoso l’ex marine nato a Kingston cinquanta anni fa.

Lui e Sting sono come il detonatore e l’esplosivo, è veramente difficile restare incollati alla sedia. Ci pensa il giamaicano a risolvere la faccenda: “Alle feste di Shaggy non si sta seduti”.

E’ l’ invito a nozze, il semaforo verde per trasformare il concerto in una festa. Dalle retrovie, il pubblico si sposta sotto il palco per ballare e a cantare sulle note di “Desert Rose”, “It wasn’t me” “Every breath you take” prima di salutarsi con il gran finale offerto da “Fragile”.

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