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La Grande Prosa Cedac: tre serate in omaggio a De Filippo con “Natale in Casa Cupiello”.

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Omaggio a Eduardo De Filippo con “Natale in Casa Cupiello”, intrigante “spettacolo per attore cum figuris”, da un’idea di Vincenzo Ambrosino e Luca Saccoia in tournée nell’Isola sotto le insegne de La Grande Prosa del CeDAC Sardegna: una versione insolita e affascinante della celebre commedia, in cartellone giovedì 18 gennaio  alle 21 al Teatro Civico “Gavì Ballero” di Alghero, sabato 20 gennaio alle 21 al Teatro del Carmine di Tempio Pausania e infine lunedì 22 gennaio alle 21 al Teatro Comunale di San Gavino Monreale per una riflessione sul significato e sul ruolo della famiglia tra incomprensioni e conflitti, tentativi di dialogo e scontri generazionali, ma anche sulla dialettica fra tradizione e modernità.

Sotto i riflettori Luca Saccoia che interpreta il dilemma di Tommasino, il figlio scapestrato e ribelle, finalmente riconciliatosi con le sue origini e la sua storia, nello spazio scenico disegnato da Tiziano Fario (anche creatore di maschere e pupazzi) con la regia di Lello Serao, per un emozionante viaggio in un suggestivo teatro della memoria, dove il testo del grande drammaturgo napoletano rivive in chiave surreale e poetica.

«Il presepe è l’orizzonte dentro cui si muove tutta l’opera sia in senso reale che metaforico» – sottolinea il regista Lello Serao – «è l’elemento necessario a Luca Cupiello per sperare in una umanità rinnovata e senza conflitti, ma è anche la rappresentazione della nascita e della morte, è il tempo del passaggio dal vecchio al nuovo, è la miscela tra passato e presente, è una iconografia consolidata e al tempo stesso da destrutturare di continuo. Il Presepe si rifà ogni anno, è ciclico come le stagioni, può piacere e non piacere».

Sulla fatidica domanda – “Te piace ‘o presepe?” – si incentra la pièce che sposa recitazione e teatro di figura, in cui il protagonista rievoca i volti e le parole, i momenti significativi, le azioni e le scelte, fino a una presa di coscienza e a una nuova consapevolezza delle proprie responsabilità: Tommasino decide infine di raccogliere l’eredità paterna, di portare avanti un’usanza che assume un diverso valore simbolico, con un messaggio di pace e armonia diffuso tra le genti attraverso la celebrazione del mistero della Natività.

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