Si scrive “la sfida dei riformisti”” si legge resa dei conti in casa Pd. Volano parole grosse al convegno bolognese promosso dalla minoranza antirenziana del Nazareno dopo l’ennesima imposizione del premier sulle riforme costituzionali. Pierluigi Bersani, che apre i lavori nel capoluogo emiliano, ancora una volta in compagnia di Cuperlo si è piegato ai diktat del partito promettendo che sarà l’ultima volta…
Bersani: questa è casa mia
«Noi siamo sempre con l’idea di stare con tutti i piedi nel Partito democratico. A chi ci dice “se non siete d’accordo andate fuori” io rispondo “no, vai fuori tu, che questa è casa mia”. Con queste parole l’ex segretario democratico è intervenuto all’assemblea di Area riformista, piglio decisionista che ricorda il più celebre “che fai mi cacci¡” rivolto da Fini a Berlusconi. «Un’area di sinistra larga – ha spiegato Bersani – con la radice ulivista non va dispersa, perché nel campo largo tendono a prevalere posizioni riformiste».
No all’Italicum
«Nell’ipotesi che sia la legge costituzionale, sia quel progetto di legge elettorale rimangano così, io non sono in condizione di votare la legge elettorale così come è fatta. Ma sono convinto che ci sarà disponibilità a ragionare», ha aggiunto Bersani ripetendo il solito canovaccio, quello che il comico Maurizio Crozza ha definito il penultimatum. Rischio rottura nel Pd in caso di voto diverso della minoranza sulla legge elettorale? Calma e gesso
Sos rottura
«I nostri statuti mettono la famosa eccezione alla lealtà sui temi di rango costituzionale – ha sottolineato l’ex segretario del Pd – però certamente se ci fosse mai una rottura su questo punto io non sottovaluto l’elemento di incrinatura seria e profonda. Per questo dico non succederà, si ragionerà». Insomma la scissione può attendere, Renzi può dormire sonni tranquilli, è tutto un gioco delle parti. Meglio ragionare…
FONTE: IL SECOLO D’ITALIA