La Grande Prosa Cedac, “Il Mercante di Venezia”. Domani a Sassari, da mercoledì a domenica al Teatro Massimo

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Affari di cuore e questioni di denaro ne “Il Mercante di Venezia” di William Shakespeare, lo spettacolo in cartellone martedì 23 aprile alle 21 al Teatro Comunale di Sassari e da mercoledì 24 a domenica 28 aprile al Teatro Massimo di Cagliari (tutti i giorni da mercoledì a venerdì alle 20.30, sabato alle 19.30 e domenica alle 19 venerdì 26 aprile doppio spettacolo con la replica pomeridiana alle 16.30 – turno P) sotto le insegne della Stagione 2023-2024 de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC Sardegna. Oltre la Scena: annullato l’incontro con gli artisti, già in programma giovedì 25 aprile alle 17.30 nel Foyer del Teatro Massimo di Cagliari.

Con uno strepitoso Franco Branciaroli nel ruolo di Shylock, l’ebreo che sfida Antonio (il mercante del titolo), suo nemico e schernitore, costretto a ricorrere a lui per un prestito in favore dell’amico Bassanio, chiedendo come penale «una libbra di carne», accanto a Piergiorgio Fasolo (Antonio) e Francesco Migliaccio (Salerio / Doge) e con (in o.a.) Emanuele Fortunati, Stefano Scandaletti, Lorenzo Guadalupi, Giulio Cancelli, Valentina Violo, Dalila Reas, Mauro Malinverno e Mersila Sokoli, per la regia di Paolo Valerio 

Un capolavoro del Bardo inglese per affrontare temi scottanti come il razzismo e il conflitto tra popoli di fedi diverse, in cui spicca la figura del banchiere (o se si preferisce “usuraio”) con il celebre monologo in cui Shylock rivendica la propria appartenenza alla razza umana, con identica vulnerabilità e sensibilità, alla pari con i cristiani che si ritengono o almeno si atteggiano a esseri superiori, ma gli hanno insegnato l’arte della vendetta: straniero in terra straniera, emarginato e in fondo costretto a praticare una delle rare professioni permesse agli ebrei, questo antieroe che incarna gli stereotipi legati alla sua religione e alla sua cultura, persistendo nella sua crudele e assurda richiesta si trasforma da vittima in carnefice.

La storia de “Il Mercante di Venezia”, ovvero Antonio, generoso e liberale, fiero avversario di chi presta denaro a interesse, uomo complesso non alieno da fantasie e malinconia, s’intreccia alla vicenda fiabesca del giovane Bassanio invaghito di Porzia, mentre a ferire l’animo dell’ebreo interviene anche la fuga e quindi il “tradimento” della figlia Jessica, innamorata di un giovane veneziano: le due trame s’intrecciano e convergono nel finale quando Porzia si presenta in tribunale per sostenere la causa di Antonio dimostrando l’iniquità della richiesta. Shylock viene a sua volta condannato per aver attentato alla vita di un cittadino veneziano e Antonio arriva a pretendere la sua conversione e quindi la rinuncia alla sua fede: un finale amaro, in cui il sollievo per la salvezza di una vita lascia il posto, ancora una volta, all’odio e alla vendetta.

Nel tratteggiare i personaggi, William Shakespeare dà voce alle contrastanti passioni ma affiora nel dramma elisabettiano una traccia dell’antisemitismo presente in Inghilterra come in Europa: Shylock che aveva osato ribellarsi alle ingiurie e alle umiliazioni, per essersi spinto troppo oltre, subisce una dura punizione, ma risuonano ancora le sue parole, come un invito a accogliere e riconoscersi nell’altro, grazie all’empatia e in nome di un senso di giustizia e umanità.

per saperne di più: www.cedacsardegna.it

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