“L’identità sospesa”, oggi a Cagliari l’inaugurazione della mostra dell’artista Skan 

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Oggi, Giovedì 23 Maggio alle 19 nella Galleria Siotto di Cagliari in Via dei Genovesi 114 sarà
inaugurata “identità sospesa”, mostra dell’artista Skan, a cura di Roberta Vanali.
L’esposizione propone nove inediti dell’artista, realizzati negli ultimi mesi, che rimandano al
mondo utopistico dell’oniricità.
“Penso che ci sia qualcosa nello spirito umano, la mente umana, la nostra natura umana,
che non si accontenterà mai di risiedere all’interno di parametri fissi. É dall’io frammentario e
mutevole, dalla ricostruzione narrativa di un ricordo latente che scaturiscono le visioni ad
alta intensità emotiva che Emanuele Boi, al secolo Skan, riversa sulla tela – afferma la
curatrice – L’identità sospesa è il pretesto per presentare al pubblico la produzione ultima
dell’artista costituita dalle nove opere pittoriche di medie e grandi dimensioni realizzate in
tecnica mista.”
La mostra sarà visitabile fino al 9 Giugno dal Giovedì alla Domenica dalle 19 alle 21.
Per informazioni: galleriasiotto@gmail.com
Evento realizzato con il contributo della Direzione Generale Educazione Ricerca e Istituti
Culturali del Ministero della Cultura, Assessorato alla Pubblica Istruzione della Regione
Autonoma della Sardegna, Servizio Cultura del Comune di Cagliari e Fondazione di
Sardegna.

SKAN – L’identità sospesa

Penso che ci sia qualcosa nello spirito umano, la mente umana, la nostra natura umana,
che non si accontenterà mai di risiedere all’interno di parametri fissi. É dall’io frammentario
e mutevole, dalla ricostruzione narrativa di un ricordo latente che scaturiscono le visioni ad
alta intensità emotiva che Emanuele Boi, al secolo Skan, riversa sulla tela e che sembrano
rifarsi alle illuminanti parole del filosofo inglese John Cottingham.
L’artista scarnifica se stesso e la sua esistenza alla spasmodica ricerca della propria
identità. Scava nel tumulto della sua interiorità con l’obiettivo di raggiungere una nuova
dimensione umana. E lo fa con maestria tecnica ed espressiva grazie alla conoscenza
dell’anatomia, all’osservazione diretta della natura e alla sua sublimazione.
Spazi circolari e semicircolari reiterati racchiudono porzioni di tratti somatici che si
moltiplicano e sovrappongono frammentandosi, riducendo i volti a maschere talvolta
grottesche tese a celarne l’identità, impronta morfologica di un vissuto che non si intende
svelare. Questa decostruzione che l’artista attinge dagli spasmi esistenziali di Francis
Bacon incarna stati d’animo che appartengono al passato. Stralci che emergono impetuosi
alla memoria, la stessa memoria che persiste negli esponenti dell’avanguardia surrealista,
ma definiscono anche una riflessione sospesa e malinconica sull’inevitabile trascorrere del
tempo e sulla caducità dell’esistenza.
Il territorio d’indagine di Skan si fonda sull’onnipotenza del sogno, sul gioco disinteressato
del pensiero, per citare Andrè Breton, che si concretizza con la frammentazione della
realtà. Una sorta di trasfigurazione dell’io che ritroviamo in alcune costanti come
l’inquietante totem dall’occhio centrale, strumento d’intuizione e percezione della
coscienza, ma anche negli spuntoni acuminati e nelle bocche spalancante dei torsi umani,
figure smembrate, distorte e aggrovigliate su se stesse alle quali l’artista non riesce ad
attribuire un significato certo, in quanto la mente ama l’ignoto. Ama le immagini il cui
significato è sconosciuto, poiché il significato della mente stessa è sconosciuto, come
sostenuto da René Magritte.
L’identità sospesa è il pretesto per presentare al pubblico la produzione ultima dell’artista –
dagli echi espressivi che da Turner arrivano a Velasquez passando per i fiamminghi
rinascimentali -, costituita da nove visionarie opere pittoriche dalla cifra stilistica
inconfondibile. Dalle inquadrature ravvicinate e caotiche e dai cromatismi squillanti, dove
la dimensione intima si fonde con quella onirica nel tentativo di ricostruire un ricordo che
non sempre corrisponde a ciò che è realmente accaduto.
Roberta Vanali

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