SeaWatch3, Unhcr, Unicef e Oim preoccupati

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La vicenda dei 47 migranti e rifugiati bloccati a bordo della SeaWatch3 desta preoccupazione da parte dell’ Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), l’Alto Commissariato della Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e l’Unicef.

In attesa di un porto di approdo sicuro, l’imbarcazione si trova di fronte alla costa orientale della Sicilia. La nave non riesce a contenere tutte le persone al coperto per cui alcune persone sono costrette a restare sul ponte e subire le difficili condizioni climatiche attuali. A bordo ci sono anche 13 minori non accompagnati, in tutto 13, che si trovano sulla nave e per i quali è d’obbligo attivare quanto prima misure di protezione e tutela adeguate, in linea con le convenzioni internazionali.

Col nuovo anno, quasi 200 persone sono morte nel Mediterraneo, di cui almeno 130 nelle acque che separano la Libia dall’Europa. La priorità assoluta resta quella di salvare vite umane e garantire un porto di sbarco sicuro e un’assistenza adeguata a persone che hanno già rischiato la vita a bordo di imbarcazioni fatiscenti. È quindi urgente che ai migranti e rifugiati sulla “SeaWatch3” sia garantito immediatamente lo sbarco nel porto più vicino.

È allo stesso tempo necessario che, fino a quando la Libia non sarà considerata un porto sicuro, tutti gli Stati europei dimostrino finalmente senso di responsabilità e di solidarietà per i migranti e rifugiati che rischiano di morire in mare e che quindi l’attuale approccio “nave per nave” venga superato e sia sostituito da un meccanismo di sbarco sicuro e ordinato nel Mediterraneo Centrale.

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