Carrasegare Osincu 2024

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La Regione Sardegna accoglie, lunedì 15 gennaio alle ore 10:30, nei locali dell’Assessorato al Turismo a Cagliari la conferenza stampa
del Comune di Bosa per la presentazione del programma eventi Carnevale 2024
Il Comune di Bosa, in collaborazione con l’Associazione “Karrasegare Osinku” e l’Associazione
Turistica Pro Loco “Melkiorre Melis”, seguendo una tradizione con radici centenarie, si prepara a
festeggiare questo importante evento storico con un calendario ricco di iniziative a supporto di uno
dei momenti più caratteristici e rappresentativi della identità della Città del Temo.
Finanziato dall’Assessore al Turismo della Regione Sardegna Gianni Chessa tramite la L.R. 7 sugli
eventi di grande interesse turistico della Sardegna, il “Carrasegare Osincu” è uno dei più antichi e
particolari carnevali dell’Isola, riconosciuto a livello nazionale e internazionale per la sua
caratteristica di originalità, teatralità e trasgressività.
Tutto, come da tradizione, inizia la sera del 16 gennaio ai piedi del ponte sul Fiume Temo, con la
splendida cornice del Castello Malaspina e delle case di Sa Costa, con l’accensione del grande Falò
in onore di Sant’Antonio Abate.

Il 1° Febbraio, in anticipo di una settimana sulle analoghe iniziative regionali e nazionali, è previsto
il tradizionale evento di “Giogia Laldagiolu”, il Giovedì Grasso Bosano, che prevede, con una giacca
indossata a rovescio, il viso macchiato di nero dalla fuliggine e un bastone pronto a infilzare il bottino,
una processione di grandi e bambini lungo le strade del Centro Storico, accompagnati dalle note degli
stornelli satirici (“trallallera”), intonati con fervore allo scopo di ottenere in cambio «sa palte ‘e
cantare», ovvero viveri di ogni genere.
Il Giovedì Grasso della settimana successiva (8 Febbraio) è destinato ormai da 48 anni alla
tradizionale sfilata dei carri in maschera con una larga partecipazione delle scolaresche Bosane e del
circondario; un appuntamento durante il quale cominciano a venire alla ribalta le tradizionali canzoni
satiriche che prendono spunto dai principali eventi dell’anno precedente.
Attesa da un numero di turisti e visitatori che si fa di anno in anno sempre più numeroso, il sabato 10
febbraio
ci sarà la Festa delle Cantine: una occasione per i gruppi in maschera per gustare piatti e
vino nelle caratteristiche cantine del centro storico allietati dalla musica che sarà fino a tarda notte
suonata nella piazza Carmine capace di diventare per l’occasione una suggestiva discoteca all’aperto.
Domenica 11 febbraio, superati gli effetti della serata precedente, il Fiume Temo diventerà il
palcoscenico di un’affascinante manifestazione: “Un fiume di maschere”: singolare parata di
maschere variopinte che solcano le acque a bordo di piccole imbarcazioni di legno, Sup e canoe. Un
evento che mira a coniugare la modernità con la tradizione del Carrasegare ‘Osincu, creando
un’atmosfera magica che abbraccia il passato e il presente in un’unica celebrazione festosa.
Lunedì 12 febbraio prenderanno nuovamente il via le sfilate dei carri in maschera del Giovedì Grasso
e, questa volta, per poter essere giudicati per l’assegnazione dei premi che ogni anno vengono messi
in palio.
Si arriva così all’ultima e più attesa giornata del Carnevale, martedì 13 febbraio.
Alla mattina grandi e bambini, uomini e donne, tutti cominciano goccia dopo goccia a riversarsi nel
corso Vittorio Emanuele per la tradizionale e antichissima rappresentazione di s’Attittidu: “sas
COMUNE DI BOSA (c_b068) – Codice AOO: c_b068 – Reg. nr.0000693/2024 del 11/01/2024

Attittadoras”, maschi e femmine con le sembianze di donne vestite a lutto, corrono lungo le strade
gridando lamenti struggenti, cercando disperatamente “unu ticchirigheddu ‘e latte” nel cuore del
centro cittadino. Portano con sé “sos pitzinnos”, bambolotti o pupazzi acconciati con elementi
fantasiosi che spesso fanno riferimento a forme falliche o all’erotismo, simboli del neonato affamato
e bisognoso di aiuto. Un rito ancestrale coinvolgente, che attrae e unisce la comunità e tanti curiosi
visitatori soprattutto affascinati dalla teatralità degli eventi.
Stesso giorno, e dopo aver smaltito la stanchezza della mattina, al calar del sole del Martedì Grasso
il nero del lutto lascia spazio al bianco: inizia la caccia a “Giolzi”, il Re Giorgio, simbolo del
Carnevale ormai trascorso che fugge e si nasconde. Gli irriverenti padroni della notte si addentrano
tra gli spettatori indossando un lenzuolo e una federa con in mano un lampioncino di carta tipo
veneziano o un cestino (sa pischedda) con all’interno un lume acceso. Cercano Giolzi nelle zone
puberali delle persone, convinti che si nasconda lì per sfuggire al suo destino. Una volta trovato
(«Ciappadu!») verrà bruciato sotto forma di fantoccio in un grando falò, rito che sancisce
ufficialmente la morte del Carnevale ma simboleggia altresì la speranza della sua rinascita nell’anno
successivo.
Completa il Carrasegare Osincu la giornata della Pentolaccia, evento dedicato ai bambini e che vede,
ogni anno, la premiazione per le migliori mascherate 2024.
La novità della edizione del “Carrasegare Osincu 2024” è il concorso a livello nazionale riservato
agli artisti che vorranno cimentarsi in un Murales dedicato al carnevale Bosano, con particolare
riferimento alle due raffigurazioni più iconiche come S’Attittidu e Giolzi, con il risultato che l’opera
vincitrice troverà realizzazione sulla facciata di un edificio messo a disposizione del Comune di Bosa.
Dichiarazione del Sindaco di Bosa, Piero Casula, e dell’Assessore al Turismo Guglielmo
Macchiavello:
“Sentiamo la responsabilità di offrire ai concittadini e a tutti i numerosi visitatori un evento che solo
in minima parte, e in tal caso soprattutto per la logistica, può essere organizzato, ma che, per
consolidata tradizione, deve la sua riuscita e tutto il suo fascino alla capacità improvvisativa e
fantasiosa dei Bosani, capaci, in questi giorni e soprattutto durante il Martedì Grasso, di trasformare
Bosa in un unico grande Teatro all’aperto, diventando essi stessi soggetti teatranti interpreti di un
gusto per la satira e la narrazione che li rende unici”.

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