Caso Becciu, arrestata Cecilia Marogna: tempi lunghi per l’estradizione

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Cecilia Marogna è stata arrestata a Milano su mandato di cattura internazionale emesso dal Vaticano. È coinvolta nell’indagine sul cardinale, ex numero 2 della Segreteria di Stato vaticana. L’accusa è di peculato per distrazione di beni. Nel mirino bonifici per 500 mila euro ricevuti dalla Santa Sede per interventi umanitari, che invece sarebbero stati spesi, quasi per la metà, nell’acquisto di borse, cosmetici e beni di lusso.

Come riporta Sky TG24, si prospettano tempi lunghi, come da procedura, per l’eventuale estradizione della donna. Come è stato riferito, entro 48 ore dall’arrivo degli atti sull’arresto (carte che arriveranno nelle prossime ore) la quinta sezione penale della Corte d’Appello milanese dovrà decidere per prima cosa su convalida dell’arresto e eventuale misura cautelare. Poi scatterà il procedimento sull’estradizione, con decisione sempre della Corte d’appello, ma con tempi di settimane, dato che la difesa potrà semmai ricorrere in Cassazione. È la prima volta che i giudici milanesi devono decidere su un’estradizione verso il Vaticano.

Il caso Becciu, emanazione dell’inchiesta sull’acquisto da parte della Segreteria di Stato di un immobile di lusso in Sloane Avenue, a Londra, è esploso con la recente udienza in cui il Papa ha privato il 72enne della carica di prefetto per le cause dei Santi e dei diritti connessi al cardinalato. Sono emerse subito dopo le gestioni di fondi della Segreteria di Stato a beneficio anche di attività dei propri familiari. Quindi si è appreso, sempre dalle indagini ordinate dai magistrati vaticani, degli ingenti versamenti a beneficio di Cecilia Marogna. In una recente intervista, la manager cagliaritana ha ammesso di avere ricevuto “500mila euro su 4 anni e incluso il mio compenso, i viaggi, le consulenze uscite da quel conto, situazioni da gestire in varie aree. I soldi sono giunti a tranche sulla mia società in Slovenia”. In merito alle indiscrezioni, secondo le quali il denaro ricevuto è stato poi speso anche in shopping, la donna ha replicato: “Magari la borsetta era per la moglie di un amico nigeriano in grado di dialogare con il presidente del Burkina Faso”.

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