Corpo Forestale, demoliti due manufatti abusivi a Santa Gilla e a Molentargius

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A seguito dell’ordinanza del Tribunale di Cagliari nei giorni scorsi, l’Autorità  di Sistema Portuale del  Mare di Sardegna ha provveduto alla demolizione di un manufatto realizzato nell’area demaniale della Laguna di santa Gilla.

Il sito ha infatti un alto valore ambientale ed è tutelato da vincoli internazionali, come per esempio la zona di protezione speciale (ZPS – direttiva n. 409 del 1979) e “Uccelli selvatici” dell’Unione europea, e ancora zona umida di importanza internazionale ai sensi della convenzione di Ramsar. È inoltre inserito nella rete ecologica Natura 2000.

 La demolizione è avvenuta dopo l’intervento del personale della  Stazione Forestale di Cagliari, che già nel giugno 2018 aveva messo sotto sequestro il manufatto, mentre era ancora in corso la realizzazione. L’Autorità Giudiziaria, considerata l’importanza ambientale del sito  ha immediatamente disposto la demolizione  dell’abuso, portata appunto a termine nei giorni scorsi grazie al lavoro di una ditta specializzata.

 Le operazioni fanno parte della complessa attività di tutela ambientale che stanno portando avanti diverse istituzioni, in stretta collaborazione: Corpo Forestale, Vigilanza Ambientale del Servizio ispettorato di Cagliari e le Amministrazioni pubbliche interessate. La finalità è quella di contrastare l’abbandono dei rifiuti, l’inquinamento dell’area in generale e soprattutto l’abusivismo edilizio e la pesca  illegale, tutte cause di una grave emergenza ambientale e di pesanti limitazioni alla fruibilità ricreativa ed ecosostenibile dell’area.

 La stazione forestale di Cagliari è intervenuta inoltre il giorno della la vigilia di Natale in località Medeau Su Cramu, via Don Giordi a Quartu Sant’Elena, per bloccare un abuso che prevedeva l’ampliamento di un locale adibito a porcilaia e nella sua trasformazione in una residenza. L’area – si ricorda –  è tutelata da diversi vincoli, in particolare il Parco è  classificato Sito di Importanza Comunitaria (SIC) ai sensi della direttiva dell’Unione europea n.43 del 1992 (cosiddetta direttiva Habitat). Gli abusi, realizzati senza  autorizzazione paesaggistica, sono stati interrotti e sottoposti a sequestro penale, e l’autore è indagato per il concorso dei reati urbanistici, paesaggistici e di violazione della norme di salvaguardia del Parco. Il sequestro è stato convalidato dall’autorità Giudiziaria.

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