Facebook cancella la pagina di Sara Cunial: la deputata grida alla censura

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“Non sono d’accordo con quello che dici ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo”. L’inflazionatissima frase attribuita a Voltaire, statene certi, non potrà mai essere attribuita a Mark Zuckerberg. 

Prendete il caso di Sara Cunial. La deputata eletta con il M5s in Veneto, ora nel gruppo Misto, che ha denunciato, ultima tra i tanti, di essere stata cancellata da Facebook. 

“Ci sono sempre meno spazi liberi, in cui parlare liberamente. Ne creeremo di nuovi. Non saranno le censure di Facebook, o di altri, a impedirmi di far sentire la nostra voce. La paura delle parole, tipica di ogni regime, è anche l’indice della sua debolezza”. Così Sara Cunial, denunciando ai suoi 25mila iscritti a Telegram la cancellazione della pagina Fb.

La deputata veneta che dal gruppo Misto ha cannoneggiato prima i governi Conte e ora il governo Draghi.  Ora viene abbattuta per le sue posizioni molto critiche contro le politiche vaccinali.

Sara Cunial e quegli interventi incendiari alla Camera

Anche i suoi interventi alla Camera dei deputati hanno spesso messo in imbarazzo i presidenti dell’assemblea di turno. Ne sa qualcosa Fabio Rampelli, che da vicepresidente della Camera è dovuto intervenire allorché Sara Cunial tirò in ballo direttamente il Quirinale con accuse gravissime. 

«Mentre voi stracciate il codice di Norimberga – aveva detto la Cunial – con Tso, multe e deportazioni, riconoscimenti facciali e intimidazioni, avallate dallo scientismo dogmatico protetto dal nostro pluripresidente della Repubblica (Giorgio Napolitano n.d.r.), che è la vera epidemia culturale di questo Paese, noi fuori, con i cittadini moltiplicheremo i fuochi di resistenza in modo tale che vi sia impossibile reprimerci tutti».

Al momento né Facebook né la Cunial hanno però ancora dato comunicazioni ufficiali sull’episodio. È possibile, come è già capitato con numerosi esponenti pubblici e politici italiani, che la bacheca di Sara Cunial torni raggiungibile a breve. Da questa vicenda, comunque la pensiate, il dato certo è uno solo: Zuckerberg e i suoi seguaci non la pensano come Voltaire. 

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