I magici percorsi sonori di Enzo Favata in concerto a Pula

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Lo scorso sabato 29 Dicembre, presso il teatro comunale Maria Carta di Pula, il sassofonista internazionale Enzo Favata, ha concluso nella terra natia – in un luogo simbolico vicino a quella città di Nora dove approdarono i Fenici, grandi viaggiatori del mondo antico – il suo lungo tour 2018 di appuntamenti musicali che ha toccato mete lontanissime, l’estremo oriente, la Cina, l’America Latina, fino alle date più recenti, l’Europa.

Nelle due ore di concerto di presentazione del suo nuovo lavoro “Ragajana quartet”, Enzo Favata, accompagnato da Danilo Gallo al contrabbasso, UT Ghandi alle percussioni e Alfonso Santimone al pianoforte, ha proposto con i suoi sax, una musica intensa, a volte difficile, jazz non stereotipato ma comunque coinvolgente; il pubblico presente, seppure non numerosissimo, ha saputo ben apprezzare la qualità musicale dell’artista che sul finale ha duettato magistralmente anche con il maestro Sergio Lecis, famoso suonatore di launeddas che vanta anche diverse partecipazioni in produzioni originali con Ornette Coleman e Maurizio Conte.

Direttore artistico del Festival sulle Bocche, Enzo Favata grande compositore, autore di musiche dedicate specificamente a cinema, radio e teatro, e nato musicalmente come jazzista classico – mutando via via nel corso degli anni il suo stile – è divenuto protagonista della scena mondiale per la sua musica innovativa, futuristica, di improvvisazione, caratterizzata da contaminazioni con elementi etnici di varie parti del mondo: percorsi ed esperienze sonore che si rifanno all’Africa, che musicalmente è la “A” e quindi la madre di ogni sound, sino alle ispirazioni dell’oriente, la via della seta e le tante sonorità tradizionali provenienti da ogni angolo della terra. Ma soprattutto ispirazione per il grande jazzista è la Sardegna, dove ama esibirsi immerso per lo più nell’ambiente, sia esso il paesaggio lunare della valle della luna o l’antro buio delle miniere, possibilmente senza palchi o strutture da spettacolo; la Sardegna con i suoi strumenti a fiato, fonte inesauribile di creazione progettuale, in una continua ricerca di arcano e futuro, che il poliedrico artista riesce a filtrare anche grazie al sapiente uso dell’elettronica, creando magiche atmosfere sonore.

Creatore di importanti progetti musicali, caratterizzati da intrecci tra musiche popolari e d’avanguardia, con la sperimentazione di linguaggi differenti e di culture musicali a volte lontanissime, il jazzista algherese, nell’estate del 2017 è stato anche promotore e produttore di uno spettacolo “La Sardegna, le radici della storia” per voce narrante e musiche originali, a quattro mani con il geologo Mario Tozzi: un racconto della Sardegna – descritto con le parole e i suoni – dal punto di vista della geologia, in un affresco inedito dell’isola, del mondo che la circonda e del mito di Atlantide, nel quale prendono forma paesaggi antichi e miti dimenticati, svelando allo spettatore una geografia antica, nella stratificazione delle rocce e una storia dell’uomo che non è quella raccontata finora e che sarà, con tutta probabilità, da riscrivere.

Alberto Porcu Zanda

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