La filiera del gioco legale terrestre in crisi: l’online mette la freccia

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Le nostre abitudini cambiano lentamente. Ogni giorno prendiamo piccole decisioni che pian piano si discostano dai binari dei nostri percorsi più consueti e che ci conducono, poco per volta, su altri sentieri, talvolta senza che neppure ce ne rendiamo conto.

Nell’ultimo biennio c’è stato però un fattore esterno – a tutti ben noto – che ci ha costretti a effettuare brusche sterzate nei nostri comportamenti quotidiani, che si sono riflettute su una serie di aspetti che talvolta non prendiamo neppure in considerazione, e non solo nella quotidianità, ma anche nella sfera sociale ed economica.

Ne è un esempio il cambio avvenuto nel modo di giocare, e lo testimoniano i dati raccolti nel settore e approfonditi da questo blog specializzato: una tendenza già evidente e rilevata nel corso degli anni, ma in lenta crescita, ha subìto una repentina accelerazione in concomitanza dell’avvento della pandemia.

Parliamo dell’evoluzione del gioco online. La costrizione all’interno delle mura domestiche di milioni di giocatori ha portato alla registrazione di un +92% della raccolta dell’online: tradotto in soldoni, per stare in tema, un incremento di ben 33 miliardi di euro.

Questo ha fatto sì che l’online sia riuscito addirittura a sorpassare il gioco fisico in termini percentuali di raccolta, avvenimento senza precedenti prima del 2020, quando ha fatto registrare il 56% di incidenza sul totale.

Con la graduale riduzione delle misure restrittive connesse alla pandemia, c’è ovviamente stato un parziale ritorno nei punti retail, soprattutto per particolari tipologie di gioco, come ad esempio il bingo, meno per altre. Rimane che il trend emerso non è affatto da ignorare, sia sul piano legislativo sia su quello occupazionale.

Già, perché l’offerta occupazionale del comparto online differisce da quella dei punti retail, e se in questa seconda ripartizione del settore c’è stato un calo, i tagli ai posti di lavoro sono una possibile conseguenza con cui deve fare i conti l’intero settore, laddove non riesca in un ricollocamento o in un rinnovo. Mentre sono 4.351 le persone a cui i 53 concessionari di gioco online offrono lavoro, la stima degli occupati sostenuti dal sistema AWP-VLT è ben superiore, di oltre 48.000. Senza poi contare tutte le altre imprese strettamente connesse a questo ambito, ma non chiaramente individuabili a causa della eterogeneità dell’intera filiera.

A inizio anno avevamo già analizzato la situazione e le previsioni per il futuro: ad oggi, possiamo affermare che la soluzione che sembra prevalentemente condivisa fra gli esperti di questo campo è quella di un’offerta di gioco omni-channel, ossia una soluzione spuria mirata a creare un forte legame fra le due anime del comparto e a una loro fusione. Questo legame indissolubile potrebbe dare maggiore speranza di vita per entrambe le declinazioni, e di conseguenza per buona parte dei posti di lavoro, ma anche una prospettiva di compattarle e renderle più forti nella lotta contro il gioco illegale, che è il principale pericolo costituito dalla migrazione verso il canale online e dalla riduzione di gioco terrestre.

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