“L’Elisir d’Amore” in scena domani al Teatro del Segno

0 0
Read Time:4 Minute, 42 Second

Viaggio sulla giostra delle passioni tra giochi di seduzione, malinconia e disincanto, con “L’Elisir d’Amore” di Gaetano Donizetti, su libretto di Felice Romani (tratto da “Le Philtre” di Eugène Scribe) in cartellone DOMANI (domenica 25 giugnoalle 19.30 in forma di concerto al TsE di via Quintino Sella nel cuore di Is Mirrionis a Cagliari per un nuovo appuntamento con la rassegna “Vieni all’Opera al Teatro TsE” organizzata dal Teatro del Segno in collaborazione con l’Orchestra da Camera “Johann Nepomuk Wendt”,nell’ambito del progetto pluriennale Teatro Senza Quartiere / per un quartiere senza teatro 2017-2026.

Il celeberrimo e incantevole melodramma in due atti narra della bella e capricciosa Adina e dei suoi numerosi corteggiatori, tra cui il giovane e ingenuo Nemorino e il sergente Belcore, in un vivace bozzetto di vita agreste dove fa la sua comparsa un ciarlatano come il dottor Dulcamara, sedicente venditore di prodigiose pozioni: tra inganni e equivoci, sottili strategie e schermaglie d’innamorati, inattese rivelazioni e (im)prevedibili effetti collaterali la vicenda sempre più intricata si risolve felicemente con le nozze dei protagonisti, tra ardenti promesse d’amore.

Sotto i riflettori il soprano Federica Cubeddu (nel ruolo di Adina), il tenore Carlo Cocco (Nemorino) e i baritoni Manuel Cossu (Dulcamara) e Francesco Piano (Belcore), sulle note dell’Orchestra da Camera “Johann Nepomuk Wendt” guidata dal maestro concertatore e direttore Raimondo Mameli, per una raffinata antologia di arie, romanze e duetti, attraverso cui emerge il carattere dei personaggi, insieme agli stati d’animo, i pensieri e i sentimenti.

Se l’innamorato Nemorino canta “Quanto è bella, quanto è cara”, lodando le virtù dell’amata e rammaricandosi di non riuscire a conquistarla nella famosa Cavatina iniziale, Adina idealmente gli risponde, a distanza, con “Della crudele Isotta”, in cui racconta la tragica storia di Tristano e Isotta e dell’elisir che fece nascere l’amore tra il guerriero e la dama; il sergente Belcore si presenta da par suo con la cavatina “Come Paride vezzoso” in cui senz’ombra di modestia si fa avanti e inizia a far la corte ad Adina.

Cambio di scena con l’apparizione di Dulcamara, e il suo “Udite, o rustici” che dà il la alla stupefacente tirata sull’infinità di rimedi che il sedicente «gran medico, / dottore enciclopedico» è in grado di preparare per offrirli, in cambio di denaro, si capisce, alla sua scelta clientela: Nemorino, certo d’aver trovato la soluzione per i suoi guai, si reca da Dulcamara per acquistare la bevanda della regina Isotta: “Voglio dire… lo stupendo / elisir che desta amore”. Quel liquido sapientemente distillato (trattasi infatti di vino bordeaux) sconvolge e stordisce il bravo giovanotto, il quale assume verso Adina un atteggiamento addirittura insolente e fin troppo disinvolto, tanto che costei indispettita decide di vendicarsi, e trova il mondo nel (fingere di) accettare le profferte del temerario Belcore. Si giunge ai preparativi per i matrimonio, ed ecco Dulcamara tirar fuori una canzonetta, la barcarola a due voci “Io son ricco e tu sei bella”, come divertissement malizioso ma a tema, che interpreta egli stesso insieme con Adina, poi il duetto tra Belcore e Nemorino sul prezzo dell’ingaggio – “Venti scudi?” – con cui l’innamorato spera di pagare un’altra dose della bevanda e conquistare il cuore della donna amata prima che sia troppo tardi, mentre l’altro vede soprattutto la beffa al rivale, costretto ad arruolarsi e all’occorrenza a combattere e morire pur di non perdere quell’unica possibilità di farsi amare da Adina, sia pure per magia.

Intanto s’è sparsa voce dell’eredità dello zio ricco ricevuta da Nemorino, ignaro, per cui le donne gli si affollano intorno, e parrebbe davvero che l’Elisir sprigioni il suo potere: Adina sorpresa avverte per la prima volta il veleno della gelosia: quel giovane a lei fedele ora è oggetto di mille attenzioni, sembra possedere un fascino irresistibile e lo stesso Dulcamara, interdetto, inizia credere nell’esistenza del filtro e a prendersene il merito. Una volta scoperta la verità, Adina si pente della sua crudeltà – “Quanto amore! ed io, spietata, / tormentai sì nobil cor!” – e intanto Nemorino crede d’aver notato segni d’amore inequivocabili, come confida nella struggente “Una furtiva lagrima”; ma quando la fanciulla gli rivela d’aver acquistato il suo contratto – “Prendi, per me sei libero” –, non s’accontenta di quel gesto di generosità, e decide di partire comunque soldato, finché la bella e fiera fittavola cede, ed egli si getta ai suoi piedi… E Dulcamara, persuaso del suo successo, riprende il suo giro d’imbonitore, e ammaestra le folle e ricorda che “Ei corregge ogni difetto, / ogni vizio di natura”, vantando le qualità straordinarie di quel suo “Elisir d’Amore” (e non solo).

Una trama leggera e scherzosa, ben adatta a un melodramma giocoso, non privo di pathos laddove la presenza dell’esercito e l’arroganza di Belcore ricordano la sottesa minaccia di una guerra o Nemorino turbato si abbandona alla malinconia : infine l’amore trionfa e il finto elisir gioca la sua parte nel ridare coraggio al giovane, capace finalmente di farsi ascoltare e far valere le sue scelte, a fronte dell’altera e irraggiungibile bellezza che l’ha ammaliato.

La musica di Gaetano Donizetti disegna magnificamente i temperamenti e le atmosfere, in quella sorta di piccolo paradiso campestre dove giunge a malapena l’eco delle battaglie ed è più che naturale indulgere a teneri amori: “L’Elisir d’Amore”, autentico capolavoro, tra le opere più conosciute e rappresentate del compositore lombardo, descrive con garbata ironia i tormenti del cuore, e continua ad ad affascinare ed emozionare le platee

print
Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *