L'Ordine dei giornalisti prepara il PIC contro le fake news

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ROMA – L’Ordine nazionale dei Giornalisti si muove con forza contro la piaga delle fake news e si prepara a lanciare il Pic. E’ il “Protocollo Informazione Certificata”. Si tratta, in concreto, come riporta la Repubblica, di un bollino di garanzia che presto accompagnerà gli articoli e la firma del cronista.

Questo bollino conterrà un codice QR. Il lettore potrà inquadrare – e dunque aprire – il codice QR con lo smartphone. Grazie alle informazioni che riceverà, potrà verificare che l’autore dell’articolo è effettivamente iscritto all’Ordine dei giornalisti, da quanto tempo, con quale numero di tessera. Uno status che porta con sé delle precise responsabilità. Ogni iscritto è sottoposto all’insieme di norme anche deontologiche che qualsiasi cronista deve rispettare. In futuro, il Pic potrà informare il lettore su altri aspetti della vita del giornalista. Gli iscritti all’Ordine, ad esempio, sono tenuti a seguire dei corsi di aggiornamento ogni anno (come legge impone). Bene: il bollino ci dirà se il cronista ha davvero seguìto questi corsi, ed è aggiornato, oppure no.

Tutte queste informazioni sul giornalista sono certificate come vere grazie all’utilizzo di una tecnologia d’avanguardia: il blockchain. Il blockchain è un registro digitale sul quale sono scritti gruppi di dati (blocchi) concatenati (chain) in ordine cronologico, in modo sicuro e permanente.  

E in prospettiva il bollino di garanzia, il Pic, potrà svolgere una funzione ancora più stringente contro le fake news.

Spiega Marco Piccaluga, giornalista delSole 24 Ore, consigliere nazionale dell’Ordine e ideatore del Pic (che riprende le tre prime lettere del suo cognome): “Pochi giorni fa, abbiamo visto la fotografia della testa del missile Tor-M1, tra i resti dell’aereo di linea ucraino abbattuto a Teheran questo gennaio. Chi ci dice che quella foto è stata scattata esattamente in quel luogo e in quella data? Nessuno. Neppure gli esperti del New York Times sono riusciti a verificare l’originalità di quella informazione”.

“In questo scenario, la risposta dovrà essere tecnologica. In futuro – aggiunge Piccaluga – il bollino di garanzia e un’applicazione dedicata potranno certificare che un testo, un fermo immagine, un video sono stati prodotti in un determinato luogo e in un determinato momento. Opera di uno specifico  giornalista – iscritto all’Ordine – che verrà geolocalizzato, se vuole, se è d’accordo”.

(dubito che ci siano molti colleghi disposti per motivi di sicurezza ad essere geolocalizzati)
“E sempre la tecnologia ci dirà che quella specifica immagine – identificata da una sequenza di pixel immodificabile – è l’unico documento autentico a testimonianza di un certo evento. Quando avremo in campo questo scudo tecnologico, il lavoro del cronista sarà al riparo da manipolazioni o dal furto della proprietà intellettuale”. Tutti questi sviluppi richiedono ancora un certo lavoro e i necessari approfondimenti, in sede di Ordine. In attesa di completare lo studio, l’Ordine dei Giornalisti dà un primo via libera al Pic, che dunque si prepara a certificare intanto l’identità del cronista. Il presidente dell’Ordine, Carlo Verna, ha istituito una commissione interna di cui faranno parte Piccaluga insieme ai colleghi Alessandro Sansoni e Antonio Valentini, da sempre in prima linea nel contrasto della fake news.

In una prossima riunione del Consiglio dell’Ordine arriverà l’ultimo semaforo verde e partirà la ricerca di un’azienda, di un partner tecnologico, che permetta di approntare il sistema del bollino di garanzia.

Fonte: la Repubblica.it

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