Referendum Catalogna, Mariano Rajoy come Franco

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Referendum – Usa i metodi franchisti Rajoy  e non può nasconderlo, le immagini della violenza contro cittadini inermi che volevano solo esprimere liberamente il voto hanno fatto il giro del mondo. Smartphone e tablet hanno ripreso

tutto ed i social sono stati, nel corso di tutta la giornata di domenica, sommersi da foto e filmati sulla violenza senza limiti che le squadre speciali hanno usato contro il popolo, senza risparmiare nessuno, vecchi, invalidi e donne compresi. Immagini che non lasciano via di scampo al primo ministro spagnolo,  l’opinione pubblica internazionale lo sta definendo a ragione come picchiatore antidemocratico, che pur avendo la legge dalla sua parte ha preferito i metodi forti ma che non sono serviti  a fermare il referendum che ha avuto un risultato che non lascia spazio ad interpretazioni. E’ una risposta di comodo dire che questo referendum non rispetta la legge e non può produrre effetti, non bisogna dimenticare che le leggi sono fatte dagli uomini e gli uomini possono cambiarle. La situazione è più delicata di quanto possa sembrare, l’Europa culla della democrazia ha fatto la sua bella figura. Il silenzio più paradossale è stato forse quello di Emmanuel Macron e Angela Merkel. Giovedì a Tallin i due politici simbolo dell’Europa sono riusciti a non spendere mezza parola sul drammatico referendum mentre Bruxelles se ne è lavato le mani dicendo che è un affare interno della Spagna. Se il Parlamento di Barcellona dichiarerà l’indipendenza, il premier spagnolo si troverà tutti gli occhi del mondo addosso, perché avrà lasciato che i suoi oppositori mostrassero al mondo solo una versione sbagliata o, quanto meno, parziale della storia: quella di un popolo oppresso da uno stato centrale illiberale.

Giorgio Lecis

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