Teatro del Segno, sabato in scena “Il viaggio di Nicola Calipari”di Fabrizio Coniglio

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Una storia vera, avvincente come un romanzo, in cui si intrecciano spionaggio e terrorismo internazionale, giornalismo e politica, ma con un tragico finale: si ispira al rapimento di Giuliana Sgrena, corrispondente de Il Manifesto, nel 2005 in Iraq (che sarà presente in sala e al termine dialogherà con il pubblico, insieme con gli artisti), tra “fuoco amico” e misteri irrisolti, “Il viaggio di Nicola Calipari”, uno spettacolo di Fabrizio Coniglio, che firma drammaturgia e regia, anche protagonista sulla scena con Valentina Beotti (produzione Tangram Teatro – Torino).

La data in cartellone è quella di sabato 9 dicembre alle 20.30 al TsE di via Quintino Sella nel cuore di Is Mirrionis a Cagliari per il quarto appuntamento della Stagione 2023-2024 di Teatro Senza Quartiere organizzata dal Teatro del Segno nell’ambito del progetto pluriennale “Teatro Senza Quartiere / per un quartiere senza teatro” (2017-2026), con il patrocinio e il sostegno della Regione Sardegna e con il contributo della Fondazione di Sardegna.

Una pièce originale, basata su documenti e testimonianze – dal diario della prigionia di Giuliana Sgrena, esperta di questioni e cultura del Medio Oriente, all’epoca già autrice de “La schiavitù del velo, voci di donne contro l’integralismo islamico” (1995), “Kahina contro i califfi, islamismo e democrazia in Algeria” (1997), “Alla scuola dei taleban” (2002) e “Il fronte Iraq, diario da una guerra permanente” (2004), impegnata in una serie di reportages e interviste, fermata da un commando il 4 febbraio nella zona universitaria di Baghdad e tenuta in ostaggio da una Organizzazione dello jihād islamico fino alla liberazione, il 4 marzo, con la mediazione di Nicola Calipari, poliziotto, agente segreto e funzionario del Sismi, di cui sono citati frasi e commenti, al rapporto sulle dinamiche dell’“incidente” tratto dal documento ufficiale della delegazione italiana in Iraq composta dal generale Capregher e dall’ambasciatore Ragaglini – per un progetto di teatro civile, alla ricerca della verità. 

“Il viaggio di Nicola Calipari” ricostruisce la cronaca di quei giorni drammatici, dal momento del sequestro dell’inviata de Il Manifesto e collaboratrice di Die Zeit fino all’inatteso e amaro epilogo, quando l’automobile, una Toyota Corolla, su cui si trovavano Giuliana Sgrena e Nicola Calipari, diretta all’aeroporto, venne intercettata sulla Route Irish dalle forze armate americane e raggiunta da numerosi colpi di arma da fuoco: nella sparatoria venne ucciso l’agente del Sismi, che aveva cercato di interporsi con il suo stesso corpo per proteggere l’ostaggio e rimasero feriti Giuliana Sgrena e l’autista Andrea Carpani, proprio mentre in Italia si attendeva con ansia e gioia il ritorno della giornalista, dopo l’annuncio della sua liberazione.

Una vicenda paradossale in un cui una missione difficile, ormai felicemente conclusa, si trasforma in tragedia, con molti interrogativi ancora aperti a partire dalle evidenti discrepanze tra le due versioni ufficiali – italiana e statunitense – oltre a successive rivelazioni che disegnano scenari inquietanti e gettano gravi ombre sulla effettiva collaborazione e sulle relazioni politiche e diplomatiche tra gli Stati. 

“Il viaggio di Nicola Calipari” è un tentativo di ristabilire la realtà dei fatti attraverso oggettivi riscontri tra le fonti ufficiali e le dichiarazioni dei testimoni, ma anche di indagare sulla complessità delle circostanze da cui è scaturita l’idea del sequestro di una giornalista italiana, sulle modalità e sulle richieste dei terroristi, sulla delicata fase delle trattative e sul tentativo di salvare la vita dell’ostaggio, come sulle responsabilità dei governi e il ruolo dei servizi segreti e dell’esercito a fronte di episodi che anche oggi si ripetono con una frequenza preoccupante.

Il fascino e la capacità evocativa ed espressiva del teatro, per restituire la parola ai protagonisti: sul palco, in una scenografia scarna ed essenziale, una narrazione a due voci, in cui «due attori ripercorrono il viaggio tragico che ha portato all’uccisione di Nicola Calipari: si parte con il racconto del rapimento e quindi la prigionia di Giuliana Sgrena (il rapporto con i rapitori, gli aneddoti, la paura, la speranza) per poi arrivare all’“inizio della fine”, con la liberazione di Giuliana, la gioia, l’incontro con Nicola Calipari e il viaggio verso l’aeroporto. Poi il racconto degli spari, quel “fuoco amico” che arriva all’improvviso,nel buio; la gioia, l’euforia che diventa tragedia, incredulità, senso di impotenza» – rivela Fabrizio Coniglio, volto noto del grande e del piccolo schermo, da films come “Il Bianco e il Nero” e “Quando la notte” di Cristina Comencini e “20 sigarette” di Aureliano Amadei a “L’Allieva” e “La Compagnia del Cigno” in tv e “La legge di Lidia Poët” su Netflix, autore e interprete di spettacoli come “O la borsa o la vita” con il giudice Mario Almerighi sul mistero del Banco Ambrosiano e “Banche, un ladro in casa” con Bebo Storti sul caso Parmalat.

 «Il nostro viaggio si chiude – prosegue Fabrizio Coniglio – con un’ipotesi di tribunale tratta dai documenti ufficiali della delegazione italiana in Iraq,ovvero la versione americana e quella italiana sui fatti del 4 marzo 2005. Metteremo così a confronto le dichiarazioni di Giuliana Sgrena con quelle del mitragliere americano Mario Lozano ed evidenzieremo le omissioni e le contraddizioni della ricostruzione fornita dall’esercito americano, cercando di essere il più neutrali possibili, con la volontà di condurre lo spettatore a una riflessione e a un desiderio di giustizia e di verità più che a facili e a non obiettivi sentimenti antiamericani».

«Credo che lo spettacolo sia molto adatto a un pubblico sia adulto, sia giovane, e si presti molto a essere rappresentato nelle scuole, soprattutto medie superiori» – conclude l’attore e regista, formatosi alla Scuola del Teatro Stabile di Genova, che ha collaborato con artisti del calibro di Mario Scaccia, Eros Pagni, Valerio Binasco e Massimo Dapporto –. «Si parla di Nicola Calipari, della situazione dell’Iraq, della drammaticità dei rapimenti: sono convinto che poter parlare ai giovani con una narrazione non retorica e noiosa, possa interessarli e catturarli anche su tematiche importanti e allo stesso tempo difficili come quelle riguardanti la guerra e la nostra storia contemporanea». 

“Il viaggio di Nicola Calipari” rappresenta un’opportunità di confrontarsi con le molteplici sfaccettature di una vicenda in cui all’analisi di una situazione complicata come quella dell’Iraq dopo la seconda Guerra del Golfo, tra gruppi terroristici e fondamentalismi religiosi, con gravi interferenze delle potenze occidentali, che permette di comprendere meglio quello che accade oggi in una zona calda del Medio Oriente, si aggiungono spunti di riflessione sul ruolo dell’informazione e sull’impegno dei giornalisti nel raccontare le azioni di guerra e gli attacchi terroristi, i mutamenti politici, le ingiustizie e le discriminazioni, ma anche la civiltà e la cultura, le tradizioni, gli usi e costumi dei popoli, sempre in nome della verità (anche a prezzo della vita).  

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