Teatro Massimo, la Grande Prosa Cedac: “Maria Stuarda” per la prima della stagione 2023/2024

0 0
Read Time:6 Minute, 51 Second

Le donne e il potere. Su questi temi, inaugurare la Stagione 2023-2024 de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna al Teatro Massimo di Cagliari. Da mercoledì 29 novembre alle 20.30 fino a domenica 3 dicembre (mercoledì 29 e giovedì 30 novembre come venerdì 1 dicembre alle 20.30 – turni A, B e C, sabato 2 dicembre alle 19.30 – turno D e domenica 3 dicembre alle 16.30 – turno E) va in scena “Maria Stuarda”, celebre tragedia di Friedrich Schiller nell’interpretazione (in ordine alfabetico) di Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi, che si alternano nei ruoli delle due regine, accanto a Gaia Aprea, Linda Gennari, Giancarlo Judica Cordiglia, Olivia Manescalchi, Sax Nicosia e alla cantautrice Giua (chitarra e voce) che firma le musiche dello spettacolo insieme con il compositore Mario Conte, per la regia di Davide Livermore.

Una intrigante rilettura contemporanea per il dramma ispirato al feroce antagonismo tra Elisabetta d’Inghilterra, figlia di Enrico VIII e Anna Bolena, algida e potente “regina vergine” e Maria, sovrana di Scozia, figlia di Giacomo V e della duchessa francese Maria di Guisa, donna appassionata e colta, cresciuta alla corte di Francia, ma dall’esistenza tormentata e burrascosa, tra mariti e amanti, tenuta prigioniera per quasi vent’anni per volontà della cugina e rivale, e infine condannata a morte con l’accusa di tradimento, per aver cospirato contro la vita della sua avversaria.

Una vicenda storica narrata in forma di opera teatrale, dove Friedrich Schiller immagina l’incontro mai avvenuto tra le due regine, un confronto diretto, quasi un duello epico tra due donne diversissime per temperamento ed educazione, “sorelle” per affetto (forse) e stima, oltre agli stretti legami di sangue, ma nemiche nella feroce lotta per il trono d’Inghilterra: invece di ricevere asilo e ospitalità, Maria, costretta all’esilio in seguito ai disordini e alla rivolta dei nobili scozzesi, varcato il confine arrestata a Carlisle in Cumbria e richiusa in un castello, subisce come un doloroso affronto l’amara condizione di clausura.

Sotto i riflettori due straordinarie interpreti come Laura Marinoni (Premio ETI / Le Maschere del Teatro Italiano 2023) e Elisabetta Pozzi (vincitrice di quattro Premi Ubu come miglior attrice e del Premio Flaiano alla carriera, oltre al Flaiano per la “Maria Stuarda” di Dacia Maraini e al David di Donatello per “Maledetto il giorno che t’ho incontrato”), che si “scambiano” le parti, scoprendo sera dopo sera, insieme con il pubblico, in seguito alla caduta di una piuma, chi vestirà gli abiti raffinatissimi, creati da Dolce & Gabbana, dell’inflessibile Elisabetta e della sensuale e “scandalosa” Maria, impegnate in una sfida tra due volontà, una arroccata nella sua posizione di dominio e di forza, l’altra suo malgrado sotto scacco, costretta a subire l’oltraggio del carcere e di un processo probabilmente illegittimo, privata della libertà.

Focus su un tema interessante e (sempre) attuale come il ruolo e la condizione delle donne nella società in seno a una civiltà patriarcale, in rapporto con il potere: Maria e Elisabetta diventano regine in assenza di eredi maschi, la prima a pochi giorni dalla nascita per la improvvisa scomparsa del padre, l’altra dopo la morte della sorellastra Mary Tudor (Maria la Sanguinaria), e intorno a loro si muove una folla di uomini, attratti o soggiogati, perfino intimiditi e sconcertati da queste due creature indipendenti, ciascuna a suo modo, imperiose e spavalde, l’una ammaliatrice e (pare) bellissima l’altra enigmatica e gelosa della sua solitudine.

 “Maria Stuarda” di Friedrich Schiller, nella traduzione di Carlo Sciaccaluga, con costumi di Dolce & Gabbana (per le regine) e di Anna Missaglia, allestimento scenico di Lorenzo Russo Rainaldi, musiche originali composte da Mario Conte (sua anche la direzione musicale) e Giua (nome d’arte di Maria Pierantoni Giua) e disegno luci di Aldo Mantovani (regista assistente Mercedes Martini) – produzione del Teatro Nazionale di Genova con il Teatro Stabile di Torino / Teatro Nazionale e il CTB / Centro Teatrale Bresciano – mette al centro il dilemma di due eroine per le quali, sia pure in maniera differente, le ragioni di stato contrastano con le ragioni del cuore.

Fino all’ultimo respiro Maria, sovrana di Scozia, rivendica la sua nascita regale e si ribella all’ingiustizia, rifiutandosi di piegarsi alle umiliazioni e alle offese, ma anche di rinunciare formalmente alle sue pretese per il trono d’Inghilterra, sostenute dai “legittimisti” e dai cattolici contro Elisabetta, la “bastarda” figlia di Anna Bolena, mentre Elisabetta si ritrova dinanzi all’ardua scelta se salvare o condannare a morte la sua rivale, quella regina prigioniera che le scrive struggenti appelli, chiamandola “sorella” e affidandosi alla sua generosità e alla sua clemenza, ma la cui presenza sul suolo inglese fomenta nuove congiure e nuove sollevazioni contro la Corona.

Maria Stuarda” affronta questioni complesse come l’intreccio fra religione e politica, la sacralità e i vincoli della monarchia, l’autorità e le responsabilità di chi gestisce il potere e l’amministrazione del regno: in una ambientazione quasi astratta, fuori dallo spazio e dal tempo, in cui spicca una grande scalinata, che rappresenta la corte e la prigione, perfino il parco, Davide Livermore mette in scena un suggestivo e crudele affresco storico.

Nel cast – accanto alle due regine interpretate da Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi – un affiatato gruppo di attrici e attori capaci di trasformarsi, assumendo di volta in volta i diversi ruoli: Gaia Aprea (Anna Kennedy nutrice di Maria / George Talbot conte di Shrewsbury / un ufficiale), Linda Gennari (Mortimer nipote di Paulet / Angelo del destino / il Paggio servitore di Elisabetta), Giancarlo Judica Cordiglia (William Cecil barone di Burleigh / Melvil, maggiordomo di Maria), Olivia Manescalchi (Cavaliere Paulet custode di Maria / Conte di Aubespine ambasciatore di Francia / William Davison segretario di stato) e Sax Nicosia (Robert Dudley conte di Leicester), per una rappresentazione che rimanda alla grande tradizione dell’opera lirica italiana.

 «Nella mia ricerca in prosa» – spiega Davide Livermore – «mi interessa sempre più scandagliare quello che per me è il fondamento storico del teatro italiano, ossia il “recitar cantando”. Il metodo è sempre lo stesso: “Armonia al servizio della poesia”». Nella “colonna sonora” affiorano echi e citazioni, da Henry Purcell a John Dowland, a Davide Rizzio, amante di Maria Stuarda e autore di raffinate canzoni, con “contaminazioni” contemporanee in chiave dark.

Nel dramma di Schiller emerge anche una sorta di antitesi tra maschile e femminile, laddove Elisabetta d’Inghilterra, donna senza sposo e senza figli, sottrattasi di necessità o per vocazione al matrimonio, quindi alla soggezione simbolica, ma anche politica, nei confronti di un uomo, come ai compiti della maternità, per conservare intatto il suo potere regale, in qualche modo “si mascolinizza”, rinuncia a parte della sua femminilità, e paradossalmente rientra negli schemi del patriarcato nell’affermare se stessa.

Al contrario, in questa versione della tragedia si prova a indagare e ripensare una differente visione del mondo, come sottolinea il regista Davide Livermore: «vorremmo lasciarci ispirare da un “principio femminile del diritto”, una legge più umana, più comprensiva e dunque più giusta. Vorrei vedere il potere esercitato da una donna, e non da una regina che è proiezione del maschile, come peraltro era Atena in “Eumenidi”, capitolo conclusivo dell’“Orestea”».

Oltre la Scena – incontri con gli artisti: giovedì 30 novembre alle 17.30 nel Foyer del Teatro Massimo di Cagliari, Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi insieme con la compagnia, in una conversazione con Irene Palladini (ricercatrice di Letteratura Italiana Moderna e Contemporanea presso l’Università degli Studi di Cagliari) affronteranno i temi centrali della “Maria Stuarda” di Friedrich Schiller (in cartellone dal 29 novembre al 3 dicembre per la Stagione 2023-2024 de La Grande Prosa del CeDAC Sardegna), in particolare la lotta per il potere e la rivalità tra le due regine, per l’ascesa al trono d’Inghilterra.

Una riflessione sul ruolo e la condizione della donna nella società e sulla possibilità di raggiungere e conservare una posizione di supremazia, sui pregiudizi e i limiti imposti alle creature di sesso femminile e i loro rapporti con l’universo maschile in una civiltà patriarcale, ma anche sui contrasti di religione e sugli scontri dinastici in Gran Bretagna e in Europa. Focus anche sui linguaggi della scena e sullo stile della rappresentazione di un dramma classico, riletto e reinterpretato con sensibilità contemporanea.

print
Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *