Un’altro furto alla Sardegna, il grano Cappelli all’Emilia Romagna

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Dalla Sardegna arriva un risoluto “no” alla produzione della varietà di grano Cappelli anche in Emilia Romagna.
La domanda che si pongono i membri del Consorzio Sardo Grano Cappelli postata anche su Facebook è molto chiara e semplice: “La rinascita e divulgazione del Cappelli è frutto del lavoro dei nostri agricoltori e selezionatori, perché ci hanno fatto fuori dopo trent’anni di lavoro??????”

A Sanluri nella sede della Proloco,  il Consorzio Sardo Grano Cappelli si è riunito per rivendicare il suo diritto sulla varietà Cappelli. “Si è evidenziata la volontà – fanno sapere i consorziati – di continuare a produrre e divulgare il Cappelli come da trent’anni a questa parte. Questo è stato il nostro lavoro:  divulgare la varietà a livello nazionale. D’improvviso ci siamo visti privati di questa esclusiva data alla ditta sementiera a Bologna».

Il Consorzio chiede l’intervento di tutte le forze politiche regionali e dei parlamentari sardi. Venerdì 6 ottobre è in programma un incontro tra l’assessore all’Agricoltura della Regione Sardegna, Pierluigi Caria, e una delegazione del Consorzio. “Un incontro – si legge in una nota – dove verrà chiarita la posizione e l’influenza del lavoro compiuto da tutte le parti della filiera da ben trent’anni, con la necessità di avere una risposta chiara e concreta sulla modalità di azione da parte della Regione, per salvaguardare un lavoro e un diritto che il consorzio ha valorizzato, custodendo e divulgando il grano Cappelli nel territorio.

Intanto il deputato di Unidos Mauro Pili, ha presentato un’interpellanza al ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, per chiedere la revoca dell’autorizzazione a produrre quella tipologia di cereale anche in Emilia Romagna.
“E’ semplicemente inaccettabile il tentativo maldestro di sottrarre alla Sardegna e ai produttori artefici della rinascita l’esclusiva produttiva del grano Cappelli – attacca il parlamentare sardo -. Si tratta di un atto grave di un ministero, che con le ramificazioni autorizzative insiste nel sottrarre alla Sardegna precise peculiarità produttive, recuperate in 30 anni di duro lavoro genetico”. Il Consorzio sardo grano Cappelli si è già mobilitato ed è pronto a contrastare in tutte le sedi lo ‘scippo’ dell’Emilia Romagna. Pili entra nel dettaglio: “La decisione in capo agli uffici ministeriali di concedere la possibilità riproduttiva del grano Cappelli anche in Emilia Romagna, attraverso una società privata, è un fatto di una gravità inaudita, che va revocato con immediatezza. Si tratta di un atto coloniale inaccettabile, che viola le più elementari regole, e soprattutto ignora gli sforzi messi in campo dai produttori di grano Cappelli in Sardegna”.  (Foto dalla pagina Facebook, Consorzio Sardo Grano Cappelli)

Stefania Cossu

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