Catasto, addio ai vani: debuttano i metri quadri nelle visure

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I metri quadri debuttano nelle visure catastali. Per 57 milioni di immobili il documento di riconoscimento rilasciato dall’Agenzia delle entrate conterrà infatti il dato relativo alla misura della superficie. “Vanno in soffitta definitivamente i calcoli basati sui vani”, si legge in una nota. Il provvedimento porterà a una semplificazione concreta anche per il calcolo della Tari, la tassa sui rifiuti.

“Arriva direttamente in visura anche la superficie ai fini Tari, per consentire ai cittadini di verificare con facilità la base imponibile utilizzata per il calcolo della tassa rifiuti”, spiega l’Agenzia delle Entrate.

Visure catastali con i metri quadri: Oltre ai dati identificativi dell’immobile (sezione urbana, foglio, particella, subalterno, Comune) e ai dati di classamento (zona censuaria ed eventuale microzona, categoria catastale, classe, consistenza, rendita), da oggi sarà riportata direttamente in visura anche la superficie catastale. E’ una semplificazione che riguarda circa 57 milioni di unità immobiliari urbane a destinazione ordinaria, iscritte in catasto e corredate di planimetria.

Metri quadri per la tassa rifiuti: La superficie ai fini Tari, che, per le sole destinazioni abitative, non tiene conto di balconi, terrazzi e altre aree scoperte di pertinenza e accessorie. Ciascun proprietario avrà così a portata di mano anche questa informazione, già fornita dall’Agenzia delle Entrate ai Comuni grazie ai flussi di interscambio dati già attivi, per poter verificare la base imponibile utilizzata per il calcolo del tributo sui rifiuti. In caso di incoerenza tra la planimetria e la superficie calcolata, inoltre, i contribuenti potranno inviare le proprie osservazioni, attraverso il sito dell’Agenzia, e contribuire quindi a migliorare la qualità delle banche dati condivise tra Fisco ed enti locali. Già dal 2013 i Comuni possono segnalare errori di superficie riscontrati su immobili presenti nella banca dati catastale.

Allineamento banche dati: La novità lascia al momento fuori, in attesa delle opportune verifiche nell’ambito delle attività di allineamento delle banche dati, gli immobili che presentano un dato di superficie “incoerente”. Quanto agli immobili non dotati di planimetria, che risalgono perlopiù alla prima fase di censimento del Catasto edilizio urbano, e sono di conseguenza privi anche del dato relativo alla superficie, i proprietari possono presentare una dichiarazione di aggiornamento catastale, con procedura Docfa, per l’inserimento in atti della piantina catastale. Una regolarizzazione che, per l’attuale normativa, è d’obbligo se si è intenzionati a vendere.

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