Giulia Grillo, nuova ministra della Salute: favorevole ai vaccini ma contraria agli obblighi

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Giulia Grillo è la nuova ministra della Salute, come confermato nella serata di giovedì dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha letto la lista dei ministri subito dopo il suo incontro al Quirinale con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Grillo è una delle esponenti principali del Movimento 5 Stelle, di cui è diventata capogruppo alla Camera dopo le scorse elezioni del 4 marzo. Succede a Beatrice Lorenzin, rimasta in carica per cinque anni e contro la quale ha spesso polemizzato con campagne molto dure sulle decisioni assunte dal ministero della Salute su vaccini, farmaci e gestione del personale sanitario.

Grillo – che non è parente di Beppe Grillo – ha da poco compiuto 43 anni, è originaria di Catania ed è laureata in Medicina, con una specializzazione in Medicina legale. Ha una lunga storia di militanza nel M5S: nel 2008 si candidò alle elezioni regionali in Sicilia, nella lista “Amici di Beppe Grillo con Sonia Alfano Presidente”, ma senza essere eletta. Ottenuti ampi consensi interni alle “Parlamentarie”, le primarie del M5S per i candidati alle elezioni politiche, nel 2013 fu eletta come capolista alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Sicilia 2, facendosi notare per il suo impegno in diverse iniziative parlamentari legate alla sanità e, più in generale, per le sue ricorrenti dichiarazioni critiche nei confronti degli esponenti dei governi Letta, Renzi e infine Gentiloni. Dopo la rielezione alle politiche dello scorso marzo, Grillo è stata una delle più strette collaboratrici del capo politico del M5S, Luigi Di Maio, facendo anche parte della delegazione che ha interloquito al Quirinale con Mattarella per definire la maggioranza del nuovo governo.

Grillo è stata tra i più convinti oppositori del cosiddetto “decreto Lorenzin”, la misura assunta dal governo Gentiloni per rendere obbligatoria la vaccinazione dei bambini e dei ragazzi che frequentano la scuola dell’obbligo, poi convertita in legge dal Parlamento. Il provvedimento è in vigore dallo scorso anno ed è stato adottato per riportare entro i limiti di sicurezza le coperture vaccinali, indispensabili per evitare epidemie di malattie pericolose e facilmente trasmissibili come il morbillo. Sia nel periodo dell’approvazione del decreto, sia in quello della sua trasformazione in legge, Giulia Grillo è stata estremamente critica nei confronti di Lorenzin e del governo, accusandoli di non avere lavorato adeguatamente negli anni precedenti per evitare la riduzione delle coperture vaccinali. In realtà il calo delle vaccinazioni in questi anni è stato determinato dalle ricorrenti campagne contro i vaccini e sulla loro presunta pericolosità, a partire dalla storia dell’autismo, frutto di una delle più grandi frodi mediche dell’ultimo secolo. Campagne alle quali hanno spesso partecipato anche esponenti del M5S, con dichiarazioni che hanno contribuito alla disinformazione sul tema e a fare aumentare le preoccupazioni tra i genitori posti davanti alla scelta di vaccinare o meno i loro figli. Giulia Grillo non è antivaccinista e in più occasioni ha riconosciuto l’importanza dei vaccini: non ritiene però che debba esistere un obbligo come quello introdotto lo scorso anno e pensa che quella dei genitori debba essere una scelta libera e informata, da incentivare attraverso campagne di informazione e divulgazione sull’importanza dei vaccini. Questo approccio in realtà è stato seguito in passato in diverse regioni italiane, ma senza ottenere i risultati sperati, soprattutto in una fase di rapido calo delle coperture come quella degli ultimi anni. Nel 2017, Grillo aveva scritto sul suo blog che il decreto Lorenzin non sarebbe stato attuabile “perché mancano risorse umane e finanziarie”. Le difficoltà, soprattutto nei primi mesi, ci sono state, ma le vaccinazioni sono state comunque eseguite in grande numero e al punto da portare a prime indicazioni positive sull’efficacia del provvedimento. Non è chiaro come la nuova ministra della Salute vorrà affrontare il problema, il timore di molti osservatori è che l’obbligo venga smantellato in un momento in cui iniziava a dare i primi esiti positivi.

Grillo in questi anni si è interessata di frequente al problema delle assunzioni e della mancanza di personale in ambito sanitario, con un ridotto ricambio generazionale. Ha appoggiato iniziative sindacali unitarie e gli scioperi del personale medico, facendosi anche promotrice di una mozione per sbloccare il turnover e di conseguenza le nuove assunzioni nelle agenzie sanitarie. L’attenzione a questo tema è ribadito nel “contratto di governo” tra Lega e M5S, anche se in modo vago e senza chiari riferimenti a come il ministero della Salute potrà intervenire per migliorare le cose, considerati i costi che comportano provvedimenti sul personale in un periodo di necessari tagli alla spesa.

Fonte: Ilpost.it

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