Ius soli, il ridicolo sciopero della fame della sinistra

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Ius soli – Se Marco Pannella fosse ancora tra di noi sicuramente prenderebbe a calci nel sedere i “nuovi digiunatori” del Parlamento Italiano che ormai fanno a gara per essere inseriti nella “staffetta” di coloro che, pur di avere

un titolo in quinta pagina, vogliono digiunare a favore dello ius soli. Legittimo da parte di chiunque fare anche mezz’ora di protesta con i metodi che uno ritiene più opportuni ma far passare il digiuno a staffetta come una forma di protesta “clamorosa”, soprattutto messa in atto da un ministro o da una presidente di commissione della Camera dei deputati, vuol dire prendere per i fondelli gli italiani. Marco Pannella, che di digiuni se ne intendeva, quando ne iniziava uno non stava certo ad aspettare che altri prendessero il suo posto e andava avanti a oltranza fino a rischiare la propria vita come è successo più volte. Parliamo poi dei temi per i quali il radicale Pannella metteva in atto i suoi digiuni che, probabilmente, erano tutti o quasi tutti discutibili ma impegnavano l’esponente radicale che ci metteva la faccia e la salute in prima persona senza limitazioni di giorni o addirittura ore. Il digiuno pannelliano iniziava e finiva solo quando lo scopo del digiuno stesso era stato raggiunto. Insomma di Pannella si poteva dire tutto e il contrario di tutto, tranne il fatto che se intraprendeva la strada dello sciopero della fame, lo faceva fino alle estreme conseguenze.

Il buffo “digiuno a staffetta” del Pd

Oggi leggiamo e ascoltiamo l’enfasi con cui i giornali e i telegiornali danno la notizia dell’adesione del ministro Graziano Del Rio al “digiuno a staffetta” cui si è seguita a ruota anche la ex democristiana Rosy Bindi e altri deputati. Ma in che consiste il digiuno a staffetta? Basta fare una ricerca su internet e scopriamo che vi sono centinaia di siti di dietologi che ci spiegano questo tipo di digiuno chiamandolo anche digiuno intermittente. In sintesi si tratta di una pratica abbastanza diffusa da chi vuole perdere peso senza però alcun pregiudizio sulla salute. La forma più popolare, e pensiamo sia quella usata dai nostri politici che vogliono lo ius soli, consiste nel metodo 16/8 ovvero mangiare ciò che si vuole per otto ore e digiunare per le restanti 16. Facciamo l’ipotesi che una persona si alzi la mattina alle 7, può mangiare di tutto fino alle 15 e restare a digiuno, ingerendo però tisane, thè o caffè, per le restanti 16. Calcolando poi che durante la notte si dorme almeno 7/8 ore, il “sacrificio” si riduce dalle 15 alle 23. In buona sostanza come quando si fa una dieta per diminuire di peso e, stando a quello che dicono i dietologi, questa forma di “digiuno” permette anche di rafforzare la massa muscolare. Forse l’onorevole Del Rio preferisce quella del digiuno per un giorno intero alla settimana, assumendo meno di 500 calorie, non sapendo che anche questa era una pratica utilizzata dagli antichi romani per smaltire le orgie gastronomiche cui si sottoponevano nell’antica Roma. Insomma, come la metti la metti, Graziano del Rio o Rosy Bindi non sono certo come Marco Pannella che i digiuni li faceva sul serio. Passiamo poi al tema: lo ius soli che, secondo i più recenti sondaggi, non è gradito alla maggioranza degli italiani, quindi questa “staffetta” la fanno non a favore degli immigrati ma contro gli italiani. Detto questo, sarebbe il caso di riflettere anche sul fatto che se autorevoli esponenti della politica italiana (fra cui un ministro) ritengono di giungere a questa forma di “protesta” (il ministro che protesta contro se stesso)allora la si poteva attuare nel 2011 contro la legge Fornero che ha massacrato centinaia di migliaia di famiglie e, quella sì, ha fatto morire di fame e di suicidio molte persone. Non dimentichiamoci che il digiuno, quello vero lo fanno molti italiani che sono costretti a tirare la cinghia per sopravvivere.

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