La sabbia delle spiagge della Sardegna, va letteralmente a ruba

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‘Guardare e non toccare è una cosa da imparare’ recitava un vecchio proverbio che i bambini di un tempo conoscevano ed avevano bene a mente; il proverbio oggi potrebbe essere cambiato in ‘Guardare e non portare via …’ riferito all’usanza di molti incivili, che quotidianamente portano via dalle spiagge della Sardegna, ciottoli, sabbia e conchiglie: le spiagge interessate da questo tristissimo fenomeno predatorio sono tantissime, senza distinzione, si va dai granelli di quarzo, sottratti dalla spiaggia di Is Arutas, a sabbie e granelli delle spiagge di Villasimius, di Chia, di Geremeas e di Porto Pino; dai litorali dell’Isola vengono portati via non semplici ‘pietroline’ ma addirittura anche sassi di qualche chilo di peso; secondo quanto segnala ‘Sardegna rubata e depredata’, il materiale portato via dalle spiagge sarde solo quest’anno, ha raggiunto il quantitativo di alcuni quintali.

Quella dei furti di sabbia è una consuetudine davvero preoccupante che sembra inarrestabile: si, perchè a parte il fatto che chi porta via una bustina od una bottiglietta di granelli di sabbia non ha la minima educazione ecologico-ambientale, dimostra anche di non sapere che il gesto è un furto che come tale è sanzionato.

Gli autori di questi ‘prelievi’, sono in genere turisti italiani e stranieri provenienti da Svizzera, Francia, Inghilterra, Polonia, Germania, Spagna, talmente innamorati della Sardegna da non resistere all’impulso di portarsi via per ricordo, un souvenir da esporre sul proprio scaffale all’interno di un bel contenitore; ma c’è anche chi più subdolamente, ruba per capitalizzare, vendendo su appositi siti di e-commerce, la sabbia rubata in Sardegna

I vacanzieri-predoni raggiungono la Sardegna prevalentemente in aereo per cui ‘il fine corsa’ dei preziosi granelli di sabbia rubati, è quello dei varchi di controllo degli aeroporti sardi e da qui il maltolto viene riportato ai siti di provenienza; ciò malgrado, una parte considerevole dei ‘furti’ va via dalla Sardegna per sempre, perchè sottratto da turisti nautici od automuniti che vanno praticamente quasi esenti da controlli e sanzioni.

A questo punto occorre una strategia mirata per far sì che il fenomeno regredisca; prima del 2017 chi veniva trovato con all’interno della valigia della sabbia asportata, al massimo rischiava una ramanzina con relativa figuraccia di fronte agli altri passeggeri, oggi esiste una norma regionale che prevede una sanzione che varia da cinquecento a tremila euro per chi asporta sassi, conchiglie o sabbia.

Ma le semplici norme appaiono non sufficientemente deterrenti e coercitive, se come pare, la Forestale ipotizza l’introduzione di ‘Ganasce fiscali ai ladri’, pensando di bloccare le auto dei colpevoli, perchè specialmente i turisti stranieri anche se sanzionati non pagano le multe.

“Stiamo valutando – spiega all’ANSA il comandante del Corpo forestale della Sardegna, Antonio Casula – la possibilità di attivare questo istituto. Molte delle persone che commettono questi furti sono stranieri e quando rientrano nella loro nazione è difficile ottenere il pagamento della sanzione; noi, come la Guardia di finanza, i Carabinieri e la Polizia, facciamo il sequestro del materiale e notifichiamo la sanzione, ma poi i turisti tornano nel loro Paese e il più delle volte non pagano”.

C’è poi chi come Fabrizio Atzori, presidente dell’Area Marina protetta di Capo Carbonara sembra ritenere più utile – per il contenimento e la soluzione del problema – una linea morbida, quando afferma: “Preferiamo spiegare e convincere le persone, farle diventare nostre alleate affinché si sparga la voce. Una linea che sta portando buoni frutti: quest’estate due persone hanno restituito spontaneamente sabbia e conchiglie. Ma riceviamo diverse telefonate di turisti pentiti che si sentono in colpa. E ci chiedono di rendere quello che è stato portato via. Ci dicono: ‘non lo sapevamo’. E noi continuiamo a informare e a convincere”.

E poi appare fondamentale anche il senso civico dei cittadini: spesso, sono proprio gli abitanti del luogo a intervenire quando si accorgono che qualcuno porta via dalle spiagge, sabbia o conchiglie. A riguardo per segnalare gli episodi alle autorità, può chiamarsi il numero verde 1515 del Corpo Forestale.

Altra cosa altrettanto utile, è la campagna di informazione sull’opinione pubblica: educare al rispetto della natura, è cosa fondamentale sulla quale è assolutamente necessario lavorare molto: i tedeschi – per esempio – sono al centro di una vera campagna di informazione contro i ladri di sabbia; sui giornali appaiono appelli a non commettere questo reato e l’ambasciata tedesca in Italia ha rivolto un monito ai propri connazionali a non toccate la sabbia delle meravigliose spiagge della Sardegna.

Il resto lo devono fare gli stessi sardi con l’opera di sensibilizzazione attraverso il web ed i social networks, oppure sulle spiagge stesse dando l’esempio di comportamento che è la migliore educazione possibile: ‘Guardare e non portare via …’.

Alberto Porcu Zanda

 

 

 

 

 

 

 

 

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