Turchia. Il golpe una sceneggiata per eliminare gli oppositori

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Decapitato un golpista. Gli altri insorti puniti nei modi più brutali. Ora il Sultano punta al potere assoluto

Turchia che è nel caos più totale. Se inizialmente si parlava di un golpe organizzato dai militari contro Erdogan, col passare del tempo l’azione di venerdì notte appare sempre più come una sceneggiata e nel frattempo il dossier sulle atrocità commesse dai seguaci islamisti di Erdogan si gonfia sempre di più, mettendo in serio imbarazzo NatoUnione Europea Washington.

Cosa non ci convince

Il golpe viene messo in atto venerdì sera in pieno luglio, con la gente in strada invece che di notte o alle prime ore del mattino, quando sarebbe decisamente più logico.

  1. Non viene preso alcun provvedimento restrittivo da parte dei golpisti nei confronti dei vertici dello Stato e di Erdogan che resta libero di rilasciare dichiarazioni col telefonino mentre il suo aereo sorvola ripetutamente lo spazio aereo turco. Alcune fonti affermavano che sarebbe stata bombardata la sua casa dove si trovava in vacanza, ma nessun jet ha pensato di attaccare l’aereo dal quale comunicava e incitava muezzin e seguaci a scendere in strada. Un errore da dilettanti.
  2. I tre corpi militari (Esercito, Marina e Aeronautica) erano scoordinati e disuniti. La Marina si è subito dissociata, così come la prima linea dell’esercito, mentre aerei ed elicotteri pro e contro Erdogan si sparavano tra loro. L’unione delle forze armate è essenziale per la riuscita di un golpe, anche questo un errore da dilettanti.
  3. Il presunto tentativo di golpe è durato troppo. O si risolve in poche ore o non è un golpe.
  4. I soldati hanno mostrato di non sapere cosa fare. Non hanno affrontato adeguatamente i sostenitori di Erdogan e sono apparsi timorosi. Se paragoniamo questo con precedenti colpi di stato in Turchia o con quelli in Cile e Argentina negli anni ’70, ci rendiamo conto che qualcosa non quadra. Del resto sono stati gli stessi soldati a dichiarare che non sapevano di essere coinvolti in un golpe perché era stato loro comunicato che si trattava di un’esercitazione militare.

Andiamo ora a vedere gli ulteriori provvedimenti presi da Erdogan nei confronti degli oppositori e diciamo “ulteriori” perché in Turchia era già da tempo in corso una feroce repressione contro i media, i quotidiani con i rispettivi giornalisti tra cui Can Dundar, direttore del quotidiano di opposizione Cumhuriyet, e il collega Erdem Gul, a processo a Istanbul per lo scoop sul traffico di armi in Siria, condannati a 5 anni e 10 mesi lo scorso maggio. Lo scorso gennaio erano invece stati incarcerati 21 accademici per aver sostenuto il dialogo con i curdi.

La repressione del Sultano

Subito dopo il golpe Erdogan ha intrapreso le seguenti azioni:

  1. Ha fatto arrestare circa 3000 militari, molti dei quali ammassati all’interno di uno stadio, come ai “tempi d’oro” del Cile golpista. Ha fatto destituire 5 generali e 30 colonnelli.
  2. Ha fatto arrestare 2745 magistrati non allineati, tra cui 9 della Corte Suprema.
  3. Ha chiesto l’estradizione dagli Usa di Fetullah Gulen, accusato di essere il regista del golpe ed ha puntato il dito contro Washington che non lo consegna.
  4. Ha immediatamente fatto rendere inattiva la base aerea di Incirlik, arrestandone l’ufficiale responsabile, accusato di “tradimento”. Curiosamente è proprio da quella base che partivano i jet che andavano a bombardare le postazioni dell’Isis in Siria. Se consideriamo che la Turchia di Erdogan è stata più volte presa in castagna mentre mandava armi ai jihadisti e curava comandanti dell’Isis nei propri ospedali in territorio turco, la faccenda si fa interessante.
  5. Ha chiesto di ripristinare subito la pena di morte.

I numeri di arrestati, feriti e morti sono plausibilmente destinati a crescere. Nel frattempo nelle strade i seguaci di Erdogan, molti dei quali in tunica e barba lunga, guidavano facinorosi che massacravano i militari al grido “allahu akbar”. Scene raccapriccianti, con militari inermi riversi in un lago di sangue. Uno di loro, secondo fonti britanniche, sarebbe anche stato decapitato. Il video è apparso in rete ed è stato rilanciato su diversi siti..

Fanno pena i commenti dei leader europei e della Mogherini che condannano i colpi di stato violenti contro i presidenti ed i governi legittimamente eletti. Ovviamente questo vale solo per la Turchia anche se è la stessa identica cosa che è capitata in Ucraina nel 2014 e nessuno si è mai sognato di condannare i rivoltosi. Un atto voluto e finanziato dall’occidente un errore pari a quello dello della Libia e dell’Iraq poco importa se la conseguenza è una sanguinosa guerra civile è tutt’ora in atto con decine di migliaia di morti e intere città distrutte, già dimenticavo quelli sono russi, non si piegano facilmente, e vanno ammazzati

 
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