All’ospedale Brotzu al via la “terapia intensiva aperta”

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Con la “terapia intensiva aperta”, fine dell’isolamento per i pazienti ricoverati in Rianimazione all’Ospedale Brotzu.  In un percorso che prevede il progressivo abbattimento delle barriere, non solo temporali ma anche fisiche e relazionali non necessarie alla cura, i familiari avranno accesso alle visite durante tutta la degenza intensiva dei propri congiunti, senza limitazioni di orario.

L’obiettivo è quello di assicurare il diritto fondamentale dei malati e dei loro parenti a ricevere cure adeguate, nel rispetto della persona umana: la presa in carico è globale e presuppone la salvaguardia dei bisogni fisici, psicologici e delle relazioni significative. In passato la chiusura era giustificata dalla necessità di proteggere i pazienti da patogeni introdotti dall’esterno, ma oggi le evidenze scientifiche smentiscono tali timori ed evidenziano al contrario importanti benefici per tutti.

In riferimento agli indirizzi disposti dalla Giunta regionale riguardo alla promozione dell’umanizzazione dei servizi sanitari, l’Azienda Ospedaliera Brotzu apre le porte della Rianimazione e traduce in pratica uno degli obiettivi individuati per migliorare l’efficienza operativa e la qualità assistenziale delle aziende ospedaliere.

I tempi sono sicuramente maturi e le evidenze scientifiche hanno ampiamente dimostrato l’assenza di correlazioni tra le infezioni presenti in area critica e quelle che potrebbero essere introdotte dai familiari, respingendo di fatto le motivazioni alle diverse restrizioni che in passato hanno giustificato la chiusura.
Oggi si deve agire, non è più possibile attendere la conclusione dell’iter legislativo del DDL 3248 del 2012 che disciplina la materia e che alla fine imporrà il cambiamento. Il percorso non è semplice e richiede una specifica progettazione.

 

Sebbene infatti apparentemente semplice dal punto di vista semantico “Aprire le porte” non significa banalmente abbattere le barriere e rinunciare a qualunque forma di organizzazione del servizio e di rispetto delle regole. Aprire presuppone un profondo cambiamento culturale, che sottende un nuovo approccio di cura e deve essere gestito con particolare attenzione, soprattutto in virtù della complessità crescente nella gestione delle relazioni tra equipe e care givers.

Per tali motivi, nell’affrontare le varie tappe del progetto, gli operatori dei due servizi aziendali di Terapia Intensiva, diretti da Maria Emilia Marcello e da Fernanda Diana, saranno affiancati del gruppo di lavoro della Terapia Intensiva del San Giovanni Bosco di Torino, diretta dal Dott. Sergio Livigni, che da più di dieci anni ha maturato una esperienza significativa a riguardo.

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