Dal 1 Luglio sconto sulle accise per le birre artigianali

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Importante novità per i produttori di birre artigianali, introdotta con la Legge di Bilancio 2019: dal 1 luglio, scatterà il taglio delle accise (- 40%) per rilanciare qualità e produzione; una novità riservata a quelle aziende medio-piccole della “bionda spumeggiante”, che abbiano una produzione non superiore ai 10mila ettolitri e che si spera potrà essere di vantaggio e spinta per un rilancio globale sia del settore sia dell’indotto economico collegato.

Lo stesso provvedimento prevede anche che la birra venga tassata al momento della immissione al consumo, ovvero nel momento dell’uscita del prodotto dal magazzino per essere venduto: prima invece il prodotto veniva tassato direttamente nella fase di produzione del mosto – ‘a monte’ della fase di fermentazione dalla quale sarebbe poi scaturita la birra – con un evidente anticipo della tassazione a molti ‘giorni’ rispetto al momento della vera produzione; inoltre, col vecchio sistema veniva tassata anche quella parte di prodotto che alla fine del ciclo produttivo, veniva poi scartato.

Questo risultato consentirà ai birrifici artigianali – commenta Stefano Mameli, Segretario Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna – di poter aumentare la loro capacità produttiva e la loro competitività nei confronti dei principali competitors europei che già usufruiscono nei loro Paesi di un regime agevolato della tassazione; il legislatore, grazie anche all’attività della nostra Associazione – continua Mameli – ha recepito la necessità di prevedere specifici interventi normativi per abbattere alcuni ostacoli, sia di natura fiscale che burocratica – Ricordiamo che la Regione Sardegna, nella Manovra Finanziaria di 2 anni fa – sottolinea ancora il Segretario – certificò l’importanza delle imprese birrarie della Sardegna, approvando un emendamento che stanziò 100mila euro per gli investimenti nei micro-birrifici quasi a ‘ristorare’ della quota in accise a carico delle piccole aziende brassicole. Ancora, tuttavia, siamo in attesa di un bando regionale ad hoc”.

Secondo alcuni calcoli effettuati, i birrifici potranno tagliare circa 20 centesimi di euro per ogni litro di birra prodotto, con un risparmio medio che va dai 10 a 15 mila euro: un gruzzoletto che le micro-realtà potranno utilizzare per l’acquisto di macchinari oppure eventualmente in ricerca, formazione e comunicazione.

Per Confartigianato Imprese Sardegna, sarà possibile vincere la sfida del mercato se l’intero sistema locale (birrifici, altri produttori dell’alimentare, ristoratori, commercianti ma anche consumatori), riusciranno insieme a valorizzare le birre artigianali abbinandole alla grande varietà e qualità dei prodotti alimentari sardi e alla Sardegna in generale, anche con un intervento regionale che dia ulteriore slancio al comparto.

Crediamo ci sia fortemente bisogno di un provvedimento che, lavorando in un’ottica di promozione coordinata e di incentivi allo sviluppo, tuteli e valorizzi i birrifici artigianali esistenti – sottolinea ancora Stefano Mameli – ed il fatto che si utilizzi il termine “artigianale”, dovrebbe portare il ragionamento sulla normativa che regolamenta il settore artigiano – Oggi, conclude Mameli – l’impresa birraria soffre la concorrenza delle produzioni industriali che, con ingenti investimenti di marketing provano a dare un ‘tocco’ di artigianalità a prodotti che artigianali non sono”.

Secondo Confartigianato Sardegna, quindi occorre presidiare il comparto attraverso diverse azioni. Ad esempio inserendo le birre fra i prodotti da promuovere all’interno dei programmi regionali per l’internazionalizzazione. Oppure incentivando la partecipazione delle imprese brassicole sarde alle iniziative di settore, come il Beer&Food Attraction di Rimini o coordinando e rendendo più efficace il cartellone regionale degli eventi legati al mondo della birra, investendo anche nella visibilità delle birre artigianali sarde.

Alberto Porcu Zanda

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