Danza, il 4 e 5 aprile al Teatro Massimo l’originale progetto di Cristiana Morganti

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Il talento e l’ironia di Cristiana Morganti, in “Behind The Light”, la nuova creazione della danzatrice e coreografa, per dodici anni solista del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch, protagonista giovedì 4 e venerdì 5 aprile alle 20.30 al Teatro Massimo di Cagliari per un nuovo duplice appuntamento con “Pezzi Unici” / rassegna trasversa sotto le insegne del CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna.

Una performance affascinante e coinvolgente in cui l’artista, formatasi tra l’Accademia Nazionale di Danza di Roma e la celeberrima Folkwang Hochschule di Essen fondata da Pina Bausch (per poi approfondire l’uso della voce e la ricerca teatrale in Danimarca con l’Odin Teatret di Eugenio Barba), all’attivo collaborazioni con Susanne Linke, Urs Dietrich, Joachim Schlömer, Felix Ruckert e la Neuer Tanz diretta da VA Wölfl e Wanda Golonka, per approdare al Tanztheater Wuppertal come danzatrice solista (dal 1993 al 2014) e esordire come coreografa con “Moving with Pina” (Premio Positano Leonide Massine 2011 e Prix du Syndicat Professionel de la Critique française nel 2020), racconta «la crisi esistenziale e artistica di una coreografa/danzatrice durante e dopo la pandemia».

Behind The Light” descrive con una cifra spiccatamente (auto)ironica e poetica il succedersi di differenti stati d’animo, dalla disperazione alla joie de vivre, nel drammatico periodo in cui l’intero pianeta è stato come imprigionato in un incubo, tra il diffondersi del contagio e la minaccia di una possibile estinzione della specie, tra il tempo sospeso del lockdown con la chiusura dei teatri e le inquietudini per un (ancora) ipotetico futuro.

Una intrigante e rigorosa partitura gestuale per un “monologo danzato” dove parole e movimenti si intrecciano, per evocare pensieri e emozioni: Cristiana Morganti porta sulla scena frammenti di vita vissuta e dilemmi personali, piccole e grandi tragedie attraverso una narrazione per quadri in cui si alternano autentiche e travolgenti esplosioni d’energia e atmosfere più intimistiche, toni grotteschi e surreali e note amare e struggenti.

Una sorta di diario in pubblico, tra spunti autobiografici e temi universali, trasfigurati attraverso la forza espressiva e il potere catartico dell’arte: la nuova creazione di Cristiana Morganti, dopo il successo di “Moving with Pina” e “Jessica and Me”, le coreografie “A Fury Tale” (2016), “Non sapevano dove lasciarmi” (2017) e “Another Round for Five” (2019) e il Trio “In Another Place” (2021) con il danzatore Kenji Takagi e la violoncellista Emily Wittbrodt, mette l’accento sugli effetti collaterali della recente pandemia con la rappresentazione di una «personale crisi globale» per una riflessione sulla condizione umana nel terzo millennio e sulle nuove derive della danza contemporanea.

Behind The Light” illustra con uno stile tragicomico una inattesa catastrofe, rappresenta una sorta di cronaca di «una crisi familiare, professionale e intima, una sequela di eventi con il tipico “effetto domino”, in cui una disgrazia pare chiamarne un’altra, in cui sembra venga meno ogni singolo punto di riferimento, ogni certezza»: una pièce di teatrodanza dove Cristiana Morganti indossa con eleganza e nonchalance la raffinata maschera di un moderno clown, attraverso la sintesi folgorante di una grammatica fatta di gesti e parole, sguardi e silenzi, azioni a tempo di musica, che rimanda al genio di Buster Keaton e Charlie Chaplin.

Un sottile umorismo che scaturisce dalle situazioni estreme e paradossali e dalle contraddizioni del reale affiora durante tutta le performance, grazie alla capacità di cogliere con acuto senso critico le astrusità e le dissonanze, in un gioco di contrasti che nulla toglie al pathos e tuttavia cancella ogni traccia di autocommiserazione, per trarre dalle situazioni più insostenibili nuova linfa vitale e nuovi spunti creativi. “Behind The Light” è un’opera multimediale, con salde radici nel Tanztheater di Pina Bausch, ma in una declinazione inedita e personalissima, in cui il linguaggio astratto e simbolico della danza classica e contemporanea, con incursioni nella modern dance, si arricchisce di elementi espressivi propri del teatro, come del mimo e del cabaret, per assumere un carattere fortemente allegorico, narrativo e evocativo.

Cristiana Morganti interpreta una storia particolare ma anche emblematica, in cui è possibile ritrovarsi e riconoscersi, in una profonda e istintiva empatia: «la vicenda personale risuona con intensità in chi guarda, dalla platea, in un momento storico che, con una pandemia, una crisi economica e di valori, si può definire fra i più destabilizzanti della contemporaneità».

 “Behind The Light” – con un titolo significativo, eppure enigmatico, nel suo significato letterale, ovvero “dietro la luce” – rappresenta una sorta di “confessione”,«ora urlata, ora sussurrata tra le lacrime, con il capo adagiato sul pavimento», che si traduce in una narrazione per quadri dove la protagonista danza, recita e canta su uno sfondo bianco, apparentemente neutro «in cui irrompono, per dialogare con l’interprete, gli originali e raffinati video di Connie Prantera».

Una colonna sonora che spazia dagli accenti barocchi di Antonio Vivaldi al punk-rock, dalle musiche di “Giselle” di Adolphe Adam alle sonorità elettroniche di Ryoji Ikeda, accompagna e sottolinea i diversi “capitoli” di uno spettacolo in cui l’artista si mette idealmente a nudo, rivela le sue fragilità e i suoi drammi, e si concede pure una riflessione sugli stilemi e il rigore del Tanztheater e sulla necessità di trovare nuove forme in nome della libertà di espressione, prerogativa irrinunciabile dell’arte, senza tuttavia sottrarsi al dialogo con il pubblico, superando i confini dell’autoreferenzialità. 

Nel finale «un delicato ritorno all’interiorità, dopo questa spontanea e esplosiva condivisione»: “Behind The Light” rappresenta un viaggio attraverso le idee e le emozioni, le sensazioni e le intuizioni, in cui l’artista si mette in gioco e sfida regole e convenzioni, infrangendo la quarta parete per far vibrare le corde della mente e del cuore, una poesia danzata da vivere attimo per attimo, lasciandosi incantare e sorprendere dal mistero della bellezza… con un pizzico di ironia.

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