Ma che stupidi a non averci pensato prima. Ecco il motivo! In Francia c’è un po’ di confusione, i gilet gialli danno l’assalto all’Eliseo e nei ritagli di tempo abbattono i portoni dei ministeri perché
glielo dicono i russi. Da settimane la Francia è sconvolta da manifestazioni imponenti come non si vedevano da quasi cinquant’anni, una specie di nuovo Sessantotto guidato dalla piccola borghesia e dai pensionati invece che dagli studenti, animato da gente che non vuol dare la scalata al cielo ma continuare a frequentare il macellaio. E la reazione qual è? Spiegar loro che c’è chi sta peggio, ma non lo capiscono.
Il bello è che questa specie di rivoluzione del terzo millennio si produce in un sacco di posti diversi, in condizioni economiche diverse, in culture diverse, mai che riconoscano che la gente ha le scatole piene di queste elite che pensa solo ai proprio interessi e ad arricchirsi sulle spalle del popolo meglio convincere tutti che la causa di tutti i mali sono gli hacker russi. C’è la Brexit nel Regno Unito? È stato Putin. La Catalogna si rivolta? Vedi mai che non siano gli hacker russi. Nasce il Governo giallo-verde in Italia? Il Cremlino. Eleggono Donald Trump negli Usa? Russiagate. In Francia, poi, dove questa volta non possono nemmeno attaccarsi alle banlieue e ai terza generazione non integrati, il pericolo cosacco arriva come il cacio sui maccheroni. Grazie a Dio i sovranisti nazionalisti populisti che governano da anni la Polonia detestano la Russia e i russi, altrimenti avremmo ripetuto le nostre sciocchezze anche lì.
Si capisce bene quanto è difficile rammendare uno squarcio così profondo del tessuto sociale. Ci sono i tagli inferti dalle difficoltà economiche ma anche gli strappi prodotti da una radicale crisi di sfiducia che colpisce sia l’usato sicuro della politica tradizionale (vedi Merkel) sia il giovanilismo rampante e strafottente dei vari Renzi e Macron. Altro che Putin in Europa si comincia a sentire aria di cambiamento e questo è solo l’inizio.