“Funamboli tra realtà e sogno”, silloge di Giuliana Campanelli

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Liriche essenziali, introspettive,sfoglio pagine su pagine saziandomi di sensazioni strane, vorrei avere il silenzio quale mentore indissolubile, mi sento come trascinato dentro il palmo della mano di una poesia catartica.
L’autrice fruga dentro la sua anima con dolcezza, quasi in sordina,la sua mente attraversa un infinito immaginario intento a dipingere le sue emozioni in un cielo denso di colori,Giuliana non è mai banale nel raccontare e raccontarsi,niente è mai scontato,racconta i suoi ricordi con naturalezza, la tenerezza mi pervade nel camminarle accanto nei suoi “sedici anni”,mi pare quasi di vederla danzare,maliziosamente incurante degli sguardi furtivi, consapevole dei suoi sogni acerbi.
La sua poesia racconta l’amore,a volte malinconico, a volte ironico, ma sempre coinvolgente,.
Ma l’autrice spesso si sofferma sui mali secolari di questo nostro millennio,consapevole che forse l’unico scudo che possa levarsi al cielo per interrompere la marcia di Caino sia la poesia,Giuliana è una Poetessa che ti scava l’anima, urla la sua ira, abbraccia la Madre Siriana quasi con rassegnazione, “Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata,”
questo passo di “orrore Siriano”la dice lunga sul pensiero negato di una guerra infinita,o quando cammina sui sentieri impervi dell’indifferenza nella pietà di un “Dio che non ascolta”
in un mondo dove impera solo la follia.
Ma sono le strade delle nostre città,sono la mente malata di uomini senza remore,uomini che hanno dimenticato di essere figli delle donne, uomini colmi di paura,che straziano le madri dei propri figli, per un malcelato senso di possesso,hanno paura della solitudine,Giuliana si fa Voce di queste donne martoriate e uccise,racconta la violenza in maniera viscerale,cruda e drammatica,denunciando l’apatia
di chi dovrebbe difenderne la vita,in “Negazione” urla il suo dolore contro “i visi di pietra e occhi cavati da un’ atavica indifferenza”,la sua poesia è incisiva,niente è superfluo,il suo lessico raffinato ti coinvolge verso dopo verso, ti prende per mano guidandoti attraverso un mondo di sensazioni e di emozioni irripetibili. Giuliana si muove in un fragile equilibrio tra il sogno e la realtà,i suoi ricordi hanno la freschezza di un anima sempre in movimento, hanno il pregio di scavarti dentro la mente, è come entrare dentro un dipinto e accorgersi
di avere già vissuto le scene di un sogno,il titolo della sua Silloge è emblematico, “Funamboli tra realtà e sogno”,è proprio in questo suo equilibrio precario che l’autrice trova la sua peculiarità, si confonde tra gli attimi dei suoi ricordi e il suo vivere dentro la sua sensibilità travolgente,spesso si serve di figure retoriche per dare potenza alla sua lirica, leggere Giuliana ti porta dentro un silenzio tenero, dove i tuoi pensieri si fondono tra i versi di una poesia insolita,dove ritrovarsi,
avvolto nell’intimità.

Gianni Manca

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