Il “No” della Marmilla alla chiusura delle filiali del Banco di Sardegna

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Proteste anche in Marmilla contro il piano di ridimensionamento del gruppo Bper. No alla chiusura delle filiali del Banco di Sardegna a Siddi e Turri. Un appello forte che arriva anche dall’Unione di comuni “Marmilla”.

L’ente territoriale si è fatto interprete del malcontento e della rabbia dei due municipi ed ha scritto alla direzione del Banco di Sardegna e al presidente della Regione Christian Solinas. Anche l’Anci sostiene la protesta dei ventidue piccoli comuni, che nei prossimi giorni scenderanno in piazza assieme ai sindacati.

La notizia della chiusura delle due filiali del Banco di Sardegna ha fatto sobbalzare dalla sedia dei loro rispettivi uffici i sindaci di Turri Martino Picchedda e di Siddi Marco Pisanu, che hanno annunciato battaglia. Picchedda ha detto: “Seppur ce la presentino come un’opportunità, visto che l’attuale apertura della filiale per due giorni la settimana sarebbe sostituita dalla presenza di uno sportello automatico sette giorni su sette, per noi, piccole realtà, questa decisione rappresenta l’ennesimo servizio, benché di un settore privato, cancellato e che incrementa quel sentore di abbandono, che solo chi vive nei piccoli centri può conoscere”. Lo ha seguito il collega Pisanu: “Ci opporremo con tutti i mezzi a nostra disposizione per contrastare questa decisione, che costituisce un ulteriore colpo alle nostre comunità. Valuteremo tutte le azioni legali finalizzate a scongiurare questo provvedimento, che arreca un danno gravissimo alla popolazione”.
Protesta, che ha fatto propria anche l’Unione di comuni “Marmilla” con una lettera firmata dal presidente Marco Pisanu e inviata al presidente del Consiglio d’amministrazione del Banco di Sardegna Antonio Angelo Arru e al presidente della Regione Christian Solinas: “Una decisione fortemente lesiva nei confronti dei cittadini delle piccole comunità, che già da tempo soffrono per la riduzione di tanti servizi essenziali”, ha evidenziato il presidente dell’Unione, “una decisione, che non può riguardare solo i comuni direttamente interessati, ma l’intera comunità sarda. Pur comprendendo le esigenze di riorganizzazione aziendale e i mutamenti legati all’avvento delle nuove tecnologie, che modificano i rapporti fra cittadini e banche, gli istituti di credito, e il Banco di Sardegna in particolare, hanno il dovere di garantire sui territori quella presenza fondamentale, della quale i cittadini non possono fare a meno, anche in considerazione del particolare e delicatissimo momento storico, che la società sta vivendo”. Anche l’Unione Marmilla ha chiesto che l’ipotesi di ridimensionamento con la chiusura delle 22 filiali del Banco di Sardegna venga immediatamente fermata e si apra un dialogo con le istituzioni interessate.

L’ANCI L’Associazione Regionale dei Comuni della Sardegna è intervenuta sulla vertenza con due lettere. Con la prima il sollecito al governatore Solinas di “un autorevole intervento, affinché sulla presenza di questi servizi essenziali vi sia un passo indietro del gruppo Bper, facendo pesare il fatto, non secondario, che gestiscono i servizi di tesoreria della Regione Sardegna e di centinaia di comuni”. La seconda missiva per tutti i capigruppo del Consiglio regionale, ai quali è stata chiesta “una presa di posizione unanime, come già fatto nel passato, contro la decisione di Bper a sostegno della battaglia dei sindaci e delle comunità sarde”. Anche Anci ha annunciato che “valuterà ogni azione legale per tutelare i comuni colpiti da questa insensata decisione, figlia di un piano industriale oltremodo punitivo nei confronti delle comunità sarde più piccole e marginali”.

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