By 
1
0
Laboratorio di arte contemporanea, Cosa non fare, la febbre dell’arte, che si terrà dal 7 al 9 aprile a San Vero Milis e vedrà confrontarsi artisti, sociologi, filosofi, imprenditori, giornalisti, sulla presenza e sviluppo dell’arte contemporanea.
L’evento rappresenta l’inizio di un percorso capace di spalancare una finestra verso il mondo dell’arte contemporanea, che solo esplorando l’interiorità artistica individuale, il proprio vissuto con il contesto culturale e ambientale, si possono generare sensibilità capaci di tradurre in azioni e quindi opportunità di crescita personale e dell’intero territorio.
Cosa non fare, la febbre dell’arte, è stato pensato non con le regole di un convegno, bensì ad uno scambio di idee, visioni e riflessioni, stimolate dagli interventi di ciascun relatore e sviluppato in un ampio dibattito tra i partecipanti, che siano oratori, appassionati o semplici curiosi dell’iniziativa.
“Le nuove generazioni hanno bisogno di questi nuovi stimoli, fuori contesto, e noi cercheremo di darglieli attraverso questo percorso, reinventando il loro tempo – Spiega il curatore dell’evento Sislej Xhafa – Il tentativo è per l’appunto quello di creare una piattaforma per il loro futuro, per i giovani che vorranno reinventarsi, in senso contrario rispetto alla nostalgia, attraverso questa grazia innata nel territorio, che tanto è vera quanto indesiderata, perché impone di metterti in discussione costringendoti a ripensare te stesso senza poterti esimere dal farlo.
San Vero è un deserto, ma questa sua forza è talmente grande che fa sì che al contempo diventi centro.
Deserto infine perché è privo di artifizi, perché ti disorienta nella sua monotonia e ti fa perdere il senso
dell’apposizione, ti smarrisce. Centro è perché dopo che ripensi te stesso, ritrovi il senso della posizione. Cosa non fare quindi per non sconvolgere San Vero? Perché sconvolgere è facile, resistere è difficile”.
By 
