Sedi deposito scorie nucleare, Durante (Cgil): “La Sardegna non doveva essere inclusa nella lista”

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“E’ sconcertante che la Sardegna non sia stata totalmente esclusa dall’elenco delle aree idonee a ospitare il deposito di scorie nucleari e che siamo qui a discutere, ancora una volta, dell’inopportunità di quell’ipotesi paventata dal governo nazionale”: così il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante, che annuncia “la contrarietà del sindacato e l’impegno alla mobilitazione del mondo del lavoro per scongiurare ogni possibile rischio che le scorie arrivino su un’Isola il cui sviluppo è, oltretutto, già compromesso dalla vastità delle servitù militari”.

Per la Cgil, quel che desta indignazione – oltre alla totale mancanza di riguardo e rispetto istituzionale da parte del governo verso una Regione che si è già espressa con un referendum nel 2011 e con tre diversi ordini del giorno del Consiglio regionale, nel 2015, nel 2019 e nel 2021 – è il fatto che la Sardegna, per ragioni logistiche legate al suo essere Isola assai distante dalla terraferma, avrebbe dovuto essere esclusa in partenza dall’elenco delle potenziali aree idonee. “Semplicemente perché non può essere idonea – aggiunge Durante – per tutte le osservazioni tecniche già trasmesse ufficialmente ai ministeri competenti dalle amministrazioni locali e per quanto richiamato negli ordini del giorno del Consiglio regionale sulla pericolosità del trasporto delle scorie, prima via mare e poi nelle reti viarie interne decisamente inadeguate”.

A questo proposito, val la pena citare un passaggio dell’ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale il 7 gennaio 2021, secondo cui “considerati anche i reali pericoli della spedizione dei materiali radioattivi via mare, si rischierebbero implicazioni catastrofiche in caso di incidente, come denunciato a suo tempo dall’Enea”.

L’auspicio della Cgil è che il governo corregga l’elenco, cancelli la Sardegna dalle aree idonee e “inizi a ricordarsi dell’Isola non soltanto quando si tratta di occuparla con nuove servitù ma per dare risposte ai considerevoli svantaggi legati alla sua insularità e per garantirle le infrastrutture necessarie a garantire pari opportunità con il resto delle regioni d’Italia”. 

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