Vaccini anti-Covid, a gennaio 450mila somministrazioni in Sardegna

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Cagliari. Prosegue in crescita la campagna di vaccinazione in Sardegna. Il primo mese del 2022 si è chiuso con 451.537 somministrazioni. Trainano le dosi booster (359.889), ma si rileva anche un importante numero di nuovi vaccinati con prime dosi (49.359 di cui 22.879 pediatriche). Il record mensile di somministrazioni, 19.611, è stato registrato l’11 gennaio. Nell’ultima settimana, dal 24 al 30 gennaio, la media delle somministrazioni si è attestata attorno alle 17 mila giornaliere, con picchi raggiunti il 25 (18.010 somministrazioni) e il 27 (17.948).

Per quanto riguarda le scorte, nel mese di gennaio sono state consegnate in Sardegna circa 280 mila dosi di vaccino, di cui 42 mila pediatriche. Entro la metà di febbraio, salvo variazioni, è stata confermata la consegna di ulteriori 131 mila dosi di cui 18 mila pediatriche.

“I dati riflettono il buon andamento registrato nelle fasi più impegnative della campagna di vaccinazione, a testimonianza dell’efficienza della macchina messa in campo. Il vaccino è la prima arma a nostra disposizione contro il virus, per questa ragione è fondamentale proseguire sulla strada tracciata soprattutto ora che la crescita della curva pandemica mostra segnali di frenata”, dichiara il Presidente della Regione Christian Solinas.     

Complessivamente in Sardegna, a oggi, sono state somministrate circa 3.480.000 dosi, di queste le dosi aggiuntive “booster” hanno superato le 860 mila somministrazioni e le pediatriche oltre 42 mila con più di un terzo della platea nella fascia 5 – 11 anni vaccinato che ha ricevuto almeno una dose. Con l’81,7% dei residenti che hanno completato il ciclo primario di vaccinazione, a cui si aggiunge un ulteriore 3,6% che ha ricevuto almeno una dose, la Sardegna è fra le prime sei regioni per popolazione vaccinata, al pari dell’Umbria e subito dietro il Lazio.

“Bene l’andamento della campagna di vaccinazione sul nostro territorio”, dichiara l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, che aggiunge: “Il virus continua a essere pericoloso a causa della diffusione e maggiore infettività delle varianti, lo vediamo nei numeri e nella pressione sui nostri ospedali. L’importanza della campagna vaccinale si evidenzia soprattutto da questi dati: il vaccino ci ha messo al riparo da una situazione che sarebbe stata sicuramente più difficile”.  

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