Al Teatro Verdi di Sassari è spettacolo con “Tempo sospeso” nel segno di Maria Lai

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Settanta metri di tela azzurra diventano ben cinquecento lunghi fili intrecciati in una fitta trama che sembra comparire dal nulla, attraverso livelli prospettici, filtrando di volta in volta magici giochi di luci e di colori.

E le tre danzatrici sul palco disegnano opere d’arte in movimento, catturate in una dimensione onirica rinchiusa all’interno di questo ordito allegorico, mentre le cupe sonorità delle pietre di Pinuccio Sciola fanno da colonna sonora alla composizione, accompagnata ritmicamente dai fremiti del telaio al lavoro.

Il secondo appuntamento di “Primavera a Teatro” è stato un omaggio non solo alla figura di Maria Lai.

Ma anche all’arte a tutto tondo e a quei valori che in qualche modo riesce a infondere nelle persone: quello di creare relazioni e legami, forse indissolubili. Anche quando l’arte non si capisce: “Non importa – dice la voce narrante – segui il ritmo”.

Il tempo sospeso” è un’opera di grande cura scenografica e coreutica, che ha richiesto l’ausilio e la sinergia di varie professionalità e anni di studio sotto la guida delle ideatrici Livia Lepri e Angela Torriani Evangelisti. Il progetto è infatti una coproduzione della compagnia Estemporada con Versiliadanza di Firenze e Cooperativa Teatro e/o Musica di Sassari. 

Angela Torriani Evangelisti ha interpretato sul palco anche il ruolo di una Maria Lai della maturità.

Un’interpretazione magistrale densa di significati, quasi sottratta a “un tempo sospeso” nel quale l’artista di Ulassai aveva cristallizzato la sua dimensione mistica e giocosa.

Le due giovani danzatrici di Estemporada, Marta ed Elena, hanno invece rappresentato la giovane Maria nel suo primo percorso artistico, e quindi, l’incarnazione stessa delle opere e delle emozioni che prende vita, facendo precipitare lo spettatore in una sorta di sindrome di Stendhal. Il tutto è straordinariamente interconnesso alle mille sfaccettature dell’impianto scenografico e al disegno dell’illuminazione ricamato da Adriano Marras.

«È stato incredibile trovarsi tutti sul palco con il direttore luci, il fonico, una delle danzatrici – ha detto la direttrice artistica Livia Lepri – tutti a guardare questi cinquecento fili e capire dai prospetti come sistemarli uno ad uno. La trama era talmente complessa che abbiamo dovuto coinvolgere un ingegnere per realizzare il modellino in 3D». Alla fine il risultato è stato incredibile e al Verdi ha suscitato notevole entusiasmo. Lo spettacolo sarà riproposto sabato 18 giugno alle 20.30 sul palcoscenico del Centro Culturale Pazzola di Sennori.

L’evento è organizzato con il contributo del Ministero della Cultura, della Fondazione di Sardegna, della Regione Autonoma della Sardegna, del Comune di Sennori, della Regione Toscana e del Comune di Firenze.

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