Cagliari. Il GIP dispone l’archiviazione della querela di RWM Italia spa contro il Comitato Riconversione RWM

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Arnaldo Scarpa – Cinzia Guaita – portavoce Comitato Riconversione Rwm:

A seguito della querela per “diffamazione a mezzo stampa”, presentata il 28 ottobre 2019 da Fabio Sgarzi, legale rappresentante di R.W.M. Italia S.p.A. contro Arnaldo Scarpa e Cinzia Guaita, portavoce del Comitato Riconversione Rwm per la pace e il lavoro sostenibile, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cagliari – dott.ssa Lucia Perra – ha disposto, il 24 febbraio 2021, l’archiviazione del procedimento “in quanto la notizia di reato appare infondata”.

Nell’ordinanza si legge:

  • “la società RMW Italia Spa opera nel settore della Difesa, svolgendo l’attività di fornitura di materiali d’armamento sia per l’Italia che per Paesi terzi, tra cui l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.
  • Nel luglio 2019, il Governo italiano decise, a causa del protrarsi della crisi yemenita, di bloccare temporaneamente le esportazioni di bombe d’aereo e missili dirette ai due Paesi sopracitati e sospendere le autorizzazioni già rilasciate alle imprese del settore, tra cui RWM Italia Spa. A causa della conseguente riduzione di produzione, la società si vide costretta a procedere a una significativa diminuzione del personale impiegato, mediante il mancato rinnovo di circa 160 contratti a tempo indeterminato prossimi alla scadenza.
  • A seguito di tale decisione, fu pubblicata una nota stampa firmata dai due portavoce del “Comitato Riconversione RWM”, odierni indagati, in cui lamentarono non solo il cattivo trattamento riservato ai lavoratori della società, nel caso concreto, ma anche, in via generale, il carattere immorale, oltre che illegittimo, dell’attività commerciale svolta dalla RWM.
  • Le affermazioni contenute nella nota appena citata, poi condivisa dai canali social dell’associazione e diffusa dalla stampa locale, furono ritenute dal querelante estremamente lesive della reputazione della RWM, da sempre attenta al rispetto della rigida normativa di settore; chiese, quindi, la punizione degli indagati per il reato di cui all’imputazione.”

Omissis

Ritiene questo Giudice che debbano accogliersi integralmente le argomentazioni sostenute dal Pubblico Ministero in relazione all’infondatezza della notizia di reato ai sensi dell’art. 125 disp. att. c.p.p. 

I passaggi sui quali è stata posta l’attenzione di questo Giudice nell’atto di querela riguardano principalmente l’accusa di “illegittimità” rivolta dagli indagati all’attività di rifornimento bellico all’Arabia Saudita e agli Emirabi Arabi Uniti, paragonata allo “spaccio di stupefacenti e allo sfruttamento della prostituzione ”.

In primis, è doveroso sottolineare che il comunicato non nasconde il fatto che l’impresa della RWM fosse stata regolarmente autorizzata dal Governo italiano ma, al contrario, tale circostanza è ripetuta più volte nel testo: ciò che viene contestata è invece la “rischiosità” di tale operazione, poiché, secondo gli indagati, sarebbe stata ab origine in contrasto col dettato della L. 185/90, correttamente citata.

D’altronde, appare oggi ancora più difficile negare la correttezza di tale contestazione, considerato che la mozione approvata alla Camera il 24 giugno 2019, da cui è derivata, in  seguito, la relativa sospensione delle autorizzazioni, è stata fondata proprio sulla “applicazione rigorosa delle disposizioni della legge 9 luglio 1990, n. 185” (vedi mozione 1/00204 del 24.06.2019).”

Omissis

“Appare quindi evidente che l’equiparazione allo spaccio di stupefacenti e allo sfruttamento della prostituzione non riguarda in senso stretto l’operato della RWM quanto, invece, “quel tipo di commercio”, inteso in senso ampio come il commercio di armi portato avanti in contrasto con la legge nazionale e internazionale.

Alla luce di quanto sopra, la notizia di reato appare infondata: deve pertanto ordinarsi l’archiviazione del procedimento e la restituzione degli atti al Pubblico Ministero.”

È passato quasi un anno dall’appello del Segretario generale dell’Onu António Guterres che chiedeva un immediato cessate il fuoco globale in tutti gli angoli del mondo, sottolineando la necessità di unirsi tutti contro un unico nemico, il Covid-19 ed evidenziando come la furia del virus illustri la follia della guerra.

Nonostante la sensatezza di quanto richiesto e l’evidenza di quanto affermato, il mondo è andato avanti a produrre armi e ad usarle nei luoghi più devastati del pianeta, lasciando inascoltato anche l’invito di Papa Francesco ad un’ecologia integrale.  Dopo che il GIP di Roma ha stabilito che continui  l’indagine su RWM e UAMA, a proposito dell’attacco aereo mortale contro civili presumibilmente compiuto dalla coalizione militare guidata da Arabia Saudita ed Emirati Arabi, nel nord est dello Yemen, e il Giudice di Cagliari ha emesso l’attuale ordinanza, che conferma la necessità di rispettare in ogni circostanza la L.185/90legare il lavoro del nostro territorio a produzioni di guerra appare oggi più che mai assolutamente fuori luogo.

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