Gruppo Enel, 1400 lavoratori sardi pronti allo sciopero

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Anche i 1400 lavoratori sardi del Gruppo Enel sono chiamati alla mobilitazione avviata da Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil con la proclamazione dello stato di agitazione e l’intendimento di un imminente sciopero nazionale.

Le ragioni sono legate alla linea dell’azienda che, anche nell’Isola, sottolineano i segretari regionali Francesco Garau (Filctem), Gianrico Cuboni (Flaei) e Pierluigi Loi (Uiltec), “taglia gli investimenti con ripercussioni dannose per il personale e per le importanti attività che il Gruppo dovrebbe portare avanti anche in tema di transizione”.

In tutte le sedi di lavoro si svolgeranno in questi giorni le assemblee per informare le lavoratrici e i lavoratori e decidere le azioni di protesta, fino ad arrivare alla proclamazione dello sciopero.
Fra gli investimenti che andranno in fumo se il Gruppo Enel non ascolterà le richieste dei sindacati ci sono quelli legati al Pnrr e, in particolare, al potenziamento delle reti e allo sviluppo dell’idroelettrico che i sindacati considerano strategico anche in Sardegna, come contributo al giusto mix energetico indispensabile a raggiungere gli obiettivi della transizione.
Al centro della protesta c’è il disimpegno di Enel sulle attuali concessioni, nella distribuzione, nella produzione termica e idroelettrica e geotermica, come nelle unità di vendita e nei progetti legati alla transizione. Non a caso le parole d’ordine della campagna di sensibilizzazione sono “Enel Smobilita, il Sindacato Mobilita”, proprio per evidenziare che i vertici della compagnia energetica nazionale stanno portando avanti una politica contraria agli interessi del Paese con un Piano industriale che snatura gli stessi obiettivi aziendali.

“Se possono essere comprensibili le scelte di alleggerimento della propria presenza all’estero – denunciano i sindacati – non possiamo accettare il dimezzamento degli investimenti previsti, e soprattutto le esternalizzazioni di attività distintive e Core, un cambio epocale di orario di lavoro per gli operativi di e-distribuzione senza accordo con il sindacato, la contrazione degli organici, l’ingiustificata riduzione del costo del lavoro, e delle conseguenti tutele, un sistema che in Enel non aveva mai attecchito in precedenza”.
L’atteggiamento provocatorio e irricevibile da parte dei vertici, dopo l’ultimo incontro infruttuoso di ieri, ha portato alla decisione di sospendere le relazioni industriali e gli incontri con Enel e con tutte le aziende del gruppo, a livello sia nazionale che territoriale. Intanto, la vertenza ha già incassato la solidarietà da parte della Federazione europea dei Sindacati dei servizi pubblici (Epsu) e della Federazione internazionale dell’energia e della manifattura (IndustriALL Global Union).
“Il Gruppo Enel rappresenta un patrimonio per l’intera collettività” hanno detto Garau, Cuboni e Loi sottolineando che “andremo sino in fondo in una battaglia che ha l’obiettivo di tutelare quel patrimonio costruito in oltre sessant’anni di attività con il contributo di migliaia di lavoratrici e lavoratori”.

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