Italia. Coronavirus senza freni: raddoppiano contagi e decessi, +66% ricoveri, +69% terapie intensive

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Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 14-20 ottobre, rispetto alla precedente, un aumento sensibile esponenziale nel trend dei nuovi casi (68.982 vs 35.204) a fronte di un rilevante aumento dei casi testati (630.929 vs 505.940) e di un ulteriore netto incremento del rapporto positivi/casi testati (10,9% vs 7%).

Dal punto di vista epidemiologico crescono i casi attualmente positivi (142.739 vs 87.193) e, sul fronte degli ospedali, si registra un’impennata dei pazienti ricoverati con sintomi (8.454 vs 5.076) e in terapia intensiva (870 vs 514). Più che raddoppiati i decessi (459 vs 216).

In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni: decess 243 (+112,5%); terapia intensiva +356 (+69,3%); ricoverati con sintomi +3.378 (+66,5%); nuovi casi: 33.778 (+95,9%); casi attualmente positivi: +55.546 (+63,7%); casi testati +124.989 (+24,7%); tamponi totali: +202.871 (+24,8%).

Nuovi casi: si sono registrati 33.778 nuovi casi, quasi il doppio rispetto alla settimana precedente (figura 1).

A livello nazionale l’incremento percentuale dei casi totali è del 18,9%, con variazioni regionali che oscillano dal 7,8% della Provincia Autonoma di Trento al 44,9% della Campania.

Casi testati: anche sul fronte della capacità di testing & tracing le performance regionali sono molto variabili: a fronte di una media nazionale di 1.045 casi testati per 100.000 abitanti, il numero varia dai 561 della Provincia Autonoma di Trento ai 1.832 del Lazio.

“Il dato più allarmante – spiega Nino Cartabellotta presidente della fondazione – è la brusca impennata del rapporto positivi/casi testati dal 7% al 10,9%, che certifica il fallimento del sistema di testing & tracing per arginare la diffusione dei contagi”.

Le notevoli variabilità regionali documentano che la ‘prima diga’ è definitivamente saltata in alcune Regioni: ad esempio in Valle d’Aosta oltre un caso testato su 3 è positivo e in Liguria quasi 1 su 4 (figura 2).

I dati confermano che i sistemi di tracciamento sono già saltati in gran parte del territorio nazionale e adesso l’obiettivo primario è prevenire il sovraccarico di ospedali e terapie intensive, al fine di contenere l’incremento della letalità.

“L’avvicendarsi di Dpcm a cadenza settimanale – conclude Cartabellotta – e la parallela introduzione di ulteriori misure in alcune Regioni, dal coprifuoco alla chiusura dei centri commerciali nei weekend, dimostrano tuttavia che la politica non ha una vera strategia per contenere la seconda ondata. Se, come riferito dal premier Conte in Parlamento, l’obiettivo è quello di tutelare sia la salute che l’economia, Governo, Regioni ed Enti locali devono prendere atto che il virus corre sempre più veloce delle loro decisioni. Non si può continuare ad inseguirlo basandosi sui numeri del giorno che riflettono i contagi di 15 giorni prima, ma occorre guardare alla proiezione delle curve a 2 settimane per decidere immediatamente lockdown mirati, eventuali zone rosse locali e misure restrittive molto più rigorose”.

Alberto Porcu Zanda

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