La Siberia brucia, gli esperti: “Catastrofe ambientale globale”

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In Siberia sono bruciati 3,2 milioni di ettari di foreste, abeti rossi, pini e larici, a causa degli incendi che stanno colpendo il Circolo polare artico dal mese di luglio. L’incendio allarma gli esperti che parlano di una “catastrofe ambientale globale” senza precedenti in una delle zone più delicate del pianeta. Le fiamme sono alimentate dalla siccità e dalle temperature che in alcune zone hanno segnato dieci gradi in più della media. Finora le aree colpite dagli incendi sono scarsamente popolate, ma i fumi stanno raggiungendo anche i principali centri abitati della Siberia, aumentando i rischi per la popolazione dovuti all’inquinamento. Spinti dai venti anche a molti chilometri di distanza, secondo i dati rilevati dal satellite Suomi NPP della NASA, i fumi sono arrivati fino alle regioni sud-occidentali degli Stati Uniti, in particolare a Salt Lake City, nello Utah.

Il presidente Vladimir Putin, ha dichiarato lo stato di emergenza e mobilitato l’esercito, il ministro della Difesa ha inviato aeromobili ed elicotteri, che stanno intervenendo nel territorio di Irkutsk, a Verkhojansk e nella regione di Krasnojarsk.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump “ha offerto aiuto alla Russia nel contrastare gli incendi nelle foreste della Siberia”. Mosca ha declinato, ma una nota del Cremlino ha sottolineato che il presidente russo ritiene “questo passo da parte del presidente americano” un segno del fatto che è “possibile ripristinare totalmente le relazioni” tra Russia e Usa “in futuro”.
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