Musica. Carmen Consoli al Teatro Massimo è energia pura.

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Carmen Consoli, nella sua seconda serata cagliaritana sold out, trasforma la sala del Teatro Massimo in un grande campo magnetico. Se non ci fosse un protocollo Covid da rispettare, la forza di attrazione sprigionata sul palco porterebbe l’intero pubblico a staccarsi dalle comode poltrone per cantare al fianco della musicista siciliana.

In questo concerto di venerdì, dal primo all’ultimo pezzo, c’è amore per la musica e per il proprio pubblico. C’è cuore, c’è anima, c’è energia. I suoi ricordi, la sua terra, messi insieme a musica, video e giochi di luce, danno vita a un percorso con tre destinazioni.

Alla prima, intitolata “Il Sogno”, si arriva insieme al fedelissimo Massimo Roccaforte. E’ qui che prende forma l’ultimo album, un disco profondo, bagnato di nostalgia, carico di desideri, nutrito da speranze e alimentato da paure . La prima canzone è “Sta succedendo” mentre l’ultima e proprio la bellissima “Volevo fare la rockstar”.

Nella seconda “Gli anni mediamente isterici”, l’apertura è affidata ad una sorprendente Marina Rei, tornata al suo vecchio amore per la batteria e le percussioni. Oltre a cantare “La donna che parla in fretta”, la romana accompagna Carmen Consoli in una parte più elettrica, più graffiante, più grintosa.

E se l’introduzione è con le note di “Seven Nation Army” dei White Stripes, in questo frangente trovano spazio “Per niente stanca”, Besame Guida”, “Geisha”, “Fino all’ ultimo”; “Confusa e felice”, “Sentivo l’odore”, “Contessa Miseria” e “Venere”.

La tappa finale, chiamata “L’ amicizia”, è un gesto d’amore verso il pubblico e per il mestiere di cantante. “Stranizza d’amuri” è un omaggio al Maestro Franco Battiato, suo conterraneo e suo grande amico. Il lungo applauso e la standing ovation al termine della canzone sono emozioni forti e belle che anticipano “L’ultimo Bacio”, “In Bianco in Nero”, “Blunotte”, “Fuori d’Arancio”, “Orfeo”, “Parole di Burro” e “A Finestra”.

E quando tutto sembra finito, la “cantatessa” , torna sul palco. Insieme alla sua chitarra, unica costante di questo concerto, per i saluti finali sceglie “Quello che sento”.

Si accendono le luci e la gente si indirizza verso l’uscita col volto sereno. Si, è stato un bel concerto.

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