Cagliari. Operazione “Pintadera 2”: arrestate 12 persone

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Cagliari. Nella prima mattinata odierna, nel corso di una vasta operazione di polizia giudiziaria condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Cagliari, nell’ambito di un’attività coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Cagliari nella persona del Sostituto Procuratore dott.ssa Rossana Allieri, sono state eseguite dodici misure cautelari in carcere.

Sono state tratte in arresto 12 persone, ed è stata sequestrata complessivamente eroina per grammi 196,013, cocaina per grammi 70,6, mix di eroina e cocaina per grammi 34,664, metadone per mg 75 e sequestrate 1689 dosi pronte allo spaccio.

Undici le misure cautelari nei confronti delle seguenti persone, accusate di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti:

  1. BUSU Alessandro, nato a Cagliari  classe 1986,ivi residente;
  2. CABONI Federico, nato a Cagliari classe 1992,residente a Villasor ;
  3. CHERBI Michale, nato a Cagliari classe 1993 ivi residente;
  4. COCCODI Stefano  nato a San Sperate  classe 1961, ivi residente;
  5. DEGIOANNIS Francesco, nato a Cagliari  classe 1978 ivi residente;
  6. MOLINAS Manuel, nato a Cagliari classe 1986 ivi residente ;
  7. MURA Fabiana, nata a Cagliari classe 1987, ivi residente;
  8. MURTAS Omar, nato a Cagliari classe 1985 ivi residente;
  9. PANI Martino Flavio nato a Cagliari classe 1995 residente a Quartucciu;
  10. SCANO Alessio nato a Cagliari classe 1982 residente a Monserrato;
  11. SOLINAS Andrea nato a Cagliari classe 1986 residente a Villasimius
  12. MANCA Christian, nato a Cagliari il 11.09.1985, residente a Burcei

Le indagini, condotte dagli Agenti della “Sezione Criminalità Diffusa ed Extracomunitaria” della Squadra Mobile, riguardano condotte illecite di spaccio che si sono verificate a Cagliari in via Seruci, in un periodo temporale  2018/19, tenendo altresì conto di alcune risultanze investigative di anni pregressi sulle persone indagate.  Gli arrestati avevano creato nelle palazzine di via Seruci un vero e proprio mercato della droga che spaziava dalla cocaina, alla eroina, sino allo speedball. Tramite intercettazioni telefoniche, sistemi di video riprese, tradizionali servizi di osservazione, acquisti simulati di stupefacente operati da agenti sotto copertura, ed escussioni rese da numerosi acquirenti dello stupefacente, hanno costituito il nucleo centrale dell’indagine. Si è così documentato da parte della Polizia di Stato l’esistenza di un gruppo stabilmente organizzato che operava senza soluzione di continuità anche nei giorni festivi, sotto la costante sorveglianza di vedette pronte a segnalare ogni possibile “presenza pericolosa”. Le cessioni avvenivano con un sistema standardizzato: ovvero i tossicodipendenti venivano radunati dai sodali del gruppo nei pressi della palazzina di via Seruci, poi indirizzati all’ingresso del palazzo ove facevano le ordinazioni e pagavano anticipatamente il corrispettivo richiesto, quindi lo spacciatore di turno saliva ai piani superiori prendendo le dosi già preparate.

Rilevanti ai fini delle indagini sono state le varie intercettazioni telefoniche in cui gli indagati nelle varie conversazioni, talvolta utilizzando un linguaggio criptico, facevano riferimento all’attività illegale oggetto di indagine. Sono stati delineati anche  i ruoli all’interno dell’organizzazione, dal promotore, organizzatore e finanziatore del gruppo che, con l’attiva collaborazione dei sodali, che si interfacciava anche con gli altri partecipi dell’organizzazione criminale impartendo loro una serie di direttive.

Un ruolo primario all’interno dell’organizzazione ha avuto  Degioannis che operava quale promotore, organizzatore e finanziatore del gruppo, con l’attiva collaborazione di Busu che si interfacciava nel corso delle indagini non solo con  Degioannis, ma anche con gli altri partecipi dell’organizzazione criminale impartendo loro una serie di direttive.

Un ruolo rilevante ha avuto altresì la componente donne del gruppo, fra cui in particolare la  Fabiana Mura che, pienamente partecipe all’attività delinquenziale, forniva la propria abitazione come base logistica del sodalizio criminale.

Di rilievo, ma non tale da determinare l’emissione di una misura restrittiva, è stato il contributo fornito da altre due donne, ovvero la moglie di Degioannis, e la compagna di Busu.

Gli altri indagati svolgevano prevalentemente l’attività di vedette, stazionando nei pressi delle palazzine ove avveniva lo spaccio con il fine specifico di avvertire i propri soci in affari dell’eventuale arrivo delle forze dell’ordine, sia di cedere la droga agli acquirenti consegnando le dosi e ricevendo il denaro.

 

 

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